Altro che evitare spargimento di sangue russo: secondo fonti cecene, il capo della Wagner ha deciso di fermarsi a 200 chilometri da Mosca perché l’Fsb e il Comitato investigativo hanno fatto irruzione nelle sue proprietà, hanno sequestrato i suoi beni e fermato i suoi familiari, trattenuti “come ostaggio“. È così che Prigozhin ha capito di non poter più contare su Vladimir Putin, “un suo vecchio amico, che aveva fiducia in lui” e in qualche modo dipendeva da lui, dalle sue forze sul fronte ucraino. A raccontarlo al dissidente ceceno Abubakar Yabgulbaev è stato uno dei 300 uomini di Ramzan Kadyrov inviati a Mosca venerdì, il giorno prima della ‘Marcia della giustizia” di Prigozhin, “non si sa se per caso oppure no”. E a riferirlo all’Adnkronos è lo stesso Yangulbaev, avvocato, impegnato per la difesa dei diritti umani prima di essere costretto a lasciare la Russia.
Secondo la ricostruzione del dissidente, ora Prigozhin è stato messo da parte. Ma il suo posto potrà essere preso da Dmitry Utkin, co-fondatore della Wagner, reduce da entrambe le guerre in Cecenia, di simpatie naziste. Altra ipotesi in campo è che i mercenari possano essere riassorbiti nelle forze regolari russe. Quello che è certo – afferma Yangulbaev- è che le forze russe hanno bisogno di loro. Perché altrimenti non sono in grado di fare operazioni di conquista, come accaduto a Mariupol e Bakhmut. Prigozhin e il ministro della Difesa Sergei Shoigu erano ai ferri corti da tempo, dall’inizio dell’operazione militare speciale contro l’Ucraina, in modo pubblico dal settembre del 2022. L’escalation ha raggiunto l’apice venerdì e per questo il capo dei mercenari ha lanciato la sua operazione contro il rivale, precisando in tutti i modi di non essere contro Vladimir Putin. Anzi. Secondo Yangulbaev, il capo dei mercenari ha aspettato a lungo prima di prendere misure contro “la sua creatura” proprio in nome del rapporto particolare che li legava e che evidenzia una “dipendenza” del presidente russo dalle milizie.
A sentire Yangulbaev, inoltre, è difficile dire se il regime di Putin ora è più o meno debole o prevedere cosa accadrà. “Dipenderà dalla situazione, da cosa faranno gli ucraini che non hanno approfittato della mini guerra civile di Prigozhin, delle postazioni lasciate libere a Bakhmut“. Secondo la ricostruzione del dissidente ceceno, di certo Shoigu è più forte e l’Fsb è più forte. Va sottolineato che Yangulbaev è figlio di un giudice in pensione, il cui fratello Ibrahim, è anche lui impegnato contro Kadyrov e all’estero. Sua madre, Zarema Musaeva è in carcere a Grozny proprio per l’attività politica dei figli, in attesa della sentenza prevista per il 4 luglio. La sua disamina è anche politica: a suo dire a livello militare la Russia al suo interno è molto debole, i militari schierati sono troppo pochi e la polizia e Rosgvardia non hanno abbastanza risorse per poter effettuare operazioni. Anche per questo, mille-duemila uomini della Rosgvardia cecena erano stati spostati a Rostov, dove non sono arrivati. “Prigozhin sapeva di poter penetrare in Russia senza problemi. Ora lo sanno tutti. Ha mostrato a tutti la debolezza della Russia. Non è chiaro perché, ma è quello che ha fatto”.