Mirko Gardini ha impiegato due mesi e mezzo per smontare quello che aveva costruito in 19 anni di vita e di attività imprenditoriale, un piccolo paradiso tra gli alberi realizzato per la gioia dei bambini e dei ragazzini a Ronco, una frazione di Cortina d’Ampezzo ai piedi delle Tofane. Via le piattaforme in legno, le carrucole, le funi di sicurezza, le scalette che avevano reso il parco avventure Adrenalin Center una delle principali attrattive del centro turistico. Si deve costruire la pista da bob per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, quindi non c’è più posto per il parco con percorsi mozzafiato sospesi nell’aria in un ambiente assolutamente fantastico. “Questo è tutto ciò che è rimasto…”, spiega Mirko, indicando le tavole in legno accatastate e pronte per essere portate via. La scadenza che gli è stata imposta dal Comune di Cortina era il 30 giugno e lui ha rispettato la data, ha rimesso il bosco nelle condizioni in cui lo aveva trovato. Ci penseranno le ruspe e gli operai adesso ad abbattere gli alberi, a spianare i prati, a scavare il percorso della nuova pista, a trasformare la montagna in un cantiere.
“E pensare che il governatore Luca Zaia aveva detto che nessuno avrebbe perso un’attività o un posto di lavoro a causa delle Olimpiadi. Ecco qua: io ho perso tutto, a tre anni dalla pensione, e senza nemmeno un rimborso. Sono il primo, ma non sarò l’ultimo”, spiega Gardini. L’abbattimento del Parco avventure, che è stato il secondo ad essere costruito in Italia, è l’effetto di una lettera molto formale di disdetta del contratto di affitto dell’area. È arrivata tre mesi e mezzo prima del rinnovo (in ritardo di 15 giorni rispetto ai termini contrattuali).
“A febbraio avevo avuto un incontro con il sindaco Gianluca Lorenzi, l’assessore Stefano Ghezze e il commissario straordinario del governo Luigi Valerio Sant’Andrea. Mi hanno proposto come alternativa di spostare una parte del parco più in basso, al di sotto della curva di arrivo della pista. Ho spiegato che non era possibile perché non avevo la visuale completa dell’area necessaria per la sicurezza nei confronti dei clienti”. Inoltre aveva aggiunto che gli sarebbero serviti 30mila euro per adeguare il terreno con nuove piattaforme, da aggiungere alle spese fisse per tenere chiusa l’attività per tre anni. In totale, 70mila euro. “Nel 2026 avrò 65 anni e sarò prossimo alla pensione per questa avevo proposto al Comune e a Simico di accollarsi le spese come compensazione del forzato arresto dell’attività o in alternativa di acquisire l’intera struttura”.
Gli avevano chiesto di formulare una proposta per un indennizzo per la cessione del parco. “L’ho fatto subito, ma non ho più avuto risposta. Ho anche sollecitato personalmente il sindaco, mi è solo arrivata la lettera di mancato rinnovo del contratto di affitto. Il sindaco mi ha detto che secondo lui non mi hanno incasinato la vita… Io dico: me l’hanno stravolta!”. Il valore economico del parco, con 140 linee di attraversamento e reception, è stato quantificato da Gardini in 500mila euro. Ne chiedeva la metà. Non gli daranno nulla.
Intanto l’appalto della nuova pista è ancora un fantasma, dopo lo strip-out delle vecchie strutture della “Eugenio Monti”. Infrastrutture Milano-Cortina (Simico) ha pubblicato un preavviso ad aprile, annunciando la pubblicazione del bando entro il 5 giugno. Invece la data è passata senza che nulla sia accaduto e ciò contribuisce ad allungare i tempi di realizzazione della pista. Anche se il bando prevede solo 15 giorni di tempo per presentare le offerte e ammettendo che diventi operativo entro l’inizio di luglio, bisogna considerare i tempi tecnici per l’esame delle offerte e per eventuali ricorsi. Tutto luglio se ne andrà senza assegnazione dei lavori.
Aprire un cantiere in agosto a Cortina sarebbe una specie di sacrilegio. Quindi se ne riparla a settembre, con il risultato che se ne sarebbe andata una delle due estati disponibili per i lavori. È previsto, infatti, “il rilascio intermedio delle opere, limitato alla pista completa di impianto di refrigerazione funzionante, per lo svolgimento dei test-event olimpici funzionali alla omologazione della pista da parte delle Federazioni Internazionali, previsti entro il mese di novembre 2024”. La pista serve a febbraio 2026, ma dev’essere pronta più di un anno prima. Con i cantieri (ben che vada) aperti a settembre, l’orologio sarà terribilmente in ritardo e solo un inverno mite potrebbe consentire di non interrompere i lavori. Tutto si concentrerebbe in pochi mesi del 2024, in una affannosa corsa contro il tempo.