Le grandi città si apprestano a rendere le zone a traffico limitato sempre più ampie, in un’ottica di contenimento delle emissioni inquinanti, mentre però il parco circolante italiano fa fatica a rinnovarsi (secondo Aci, le cosiddette “auto green” rappresentano il 13,9% del totale al 2022) e il passaggio all’elettrico sembra essere ancora tutt’altro che semplice.
Uno studio di Unipol in collaborazione con il Politecnico di Milano, quindi, ha provato a stabilire un indice di elettrificabilità del parco circolante nazionale, chiamato E-Private Mobility Index e definito come l’indice rappresentativo della percentuale di veicoli endotermici che potrebbero essere sostituiti da veicoli con motore elettrico.
Per calcolare l’indice, lo studio – presentato a Milano, nel forum “The Urban Mobility Council” – ha preso in esame la percorrenza annuale dei veicoli e la vicinanza alle abitazioni di punti di ricarica domestica a basso costo: in totale sono stati raccolti dati per 360 milioni di spostamenti e oltre 226.000 veicoli, relativamente a tre province rappresentative (Bari, Roma, Brescia) di altrettante macro aree nazionali.
Ne è risultata innanzitutto una disparità di “elettrificabilità” della mobilità: l’E-Private Mobility Index, infatti, è al 28% a Brescia, al 17% a Roma, al 42% a Bari, mentre a livello nazionale l’indice medio è al 30%. A determinare la differenza tra l’una e l’altra area sono l’estensione geografica, i servizi e anche le abitudini di mobilità della popolazione residente.
Se si prende in considerazione, invece, la convenienza economica di una tale sostituzione (endotermico-elettrico), lo studio del Politecnico e di Unipol sostiene che il parametro che ha più incidenza è quello del costo della ricarica: quindi, per studiarne la fattibilità, è stato preso come riferimento la percentuale delle auto che, per indice di elettrificabilità di zona, riuscirebbe a rientrare della spesa di ricarica in 8 anni (il tempo medio di proprietà dello stesso veicolo per privato).
Nella macro-area rappresentata dalla provincia di Roma, considerando il costo energetico pre-crisi, l’ammortamento della spesa in 8 anni sarebbe possibile per tutti i veicoli elettrificabili, mentre con il costo attuale solo il 7% dei veicoli “elettrificabili” lo raggiungerebbe; nella provincia di Brescia, invece, i dati riferiti al costo pre e post crisi sarebbero rispettivamente 7% e 3%. A Bari invece, con prezzi pre-crisi, il 13% delle auto elettrificabili ammorterebbe quel costo in 8 anni, mentre con i prezzi di oggi ci riuscirebbe solo il 6% dei veicoli.
La seconda parte della ricerca si è poi concentrata su un ipotetico passaggio dalla “black box” alla “green box”, quella che permetterebbe di analizzare l’impatto inquinante reale dei veicoli, andando oltre il concetto di appartenenza alla categoria Euro e valutando piuttosto lo stile di guida, i km percorsi e la velocità.
Secondo i dati telematici raccolti dalla UnipolTech, attraverso le scatole nere installate sui veicoli dei clienti Unipol, il 43% degli Euro 5 avrebbe emissioni inquinanti più basse della media degli Euro 6, così come il 24% degli Euro 4 avrebbe un impatto più basso di quello generato dalla media degli Euro 6.
“L’impatto ambientale dell’uso di un veicolo (in particolare le sue emissioni di CO2) è largamente legato al tipo di utilizzo del veicolo, ancor più che alla sua classe EURO; è forse giunto il momento, grazie alle moderne tecnologie telematiche, di misurare l’effettivo impatto di ciascun veicolo, e non basarsi su tradizionali valori medi” suggerisce Sergio Savaresi, Direttore del Dipartimento Elettronica Informazione e Bioingegneria del Politecnico, intervenuto al forum.
Quella della “green box” è una metodologia di raccolta dati che potrebbe portare a una revisione delle politiche locali ambientali su altre basi, con cui gestire la mobilità cittadina e renderla più inclusiva verso la popolazione che non è nelle possibilità di passare a un’auto elettrica o ibrida.
“Il nemico è la qualità dell’aria nelle città e la CO2 in genere, non una tecnologia piuttosto che l’altra” ha dichiarato Luca De Meo, AD di Renault e presidente di ACEA, intervistato per Unipol a proposito della direzione intrapresa dalle politiche europee sulla “data di scadenza” dei motori endotermici: “quello che chiediamo sempre è di rispettare il principio di neutralità tecnologica“.