È accusata di aver ucciso sette neonati e aver tentato di assassinarne altri dieci: Lucy Letby, 32 anni, ribattezzata “infermiera killer”, adesso sotto processo per i crimini di cui si sarebbe macchiata mentre lavorava nell’unità neonatale del Countess of Chester Hospital, nella città di Chester, nord-ovest dell’Inghilterra, in cui ha prestato servizio fino al giugno 2016.
Durante le udienze che la vedono al banco degli imputati, stanno adesso emergendo nuovi, inquietanti dettagli: a detta del pubblico ministero “uno dei modi preferiti di uccidere e tentare di uccidere i bambini” da parte dell’infermiera sarebbe stato quello dell’iniezione di aria che la donna avrebbe “sperimentato” – sempre secondo quanto specificato dal procuratore Nick Johnson – nei confronti di almeno 12 neonati”.
Secondo quanto riferito in aula dall’accusa, in 18 mesi nell’ospedale ci sarebbe stato un aumento importante del numero dei neonati morti e di quelli gravemente compromessi, e tutto sarebbe attribuibile alla presenza dell’infermiera, descritta da una collega come particolarmente “fredda e calma” al momento di gestire i malori accusati dai piccoli, che erano i più disparati: dai gonfiori anomali alle corde vocali, ai rigonfiamenti sospetti nello stomaco, probabilmente provocati proprio da aria immessa nel sondino gastrico, ovvero quella descritta come l’arma preferita dell’infermiera.
La 32enne intanto continua a proclamarsi innocente, e i suoi avvocati difensori stanno cercando di allargare il processo, puntando l’attenzione sul resto del personale dell’ospedale: la loro tesi è che l’accusa avrebbe confezionato ad arte le prove per inchiodare l’infermiera, e tra queste alcune non supporterebbero nemmeno scientificamente l’embolia provocata. “Bisogna fare attenzione che la colpa non venga attribuita a quella donna quando potrebbero esserci anche altre persone che hanno commesso errori o un sistema che ha fallito”, hanno dichiarato i legali. Il processo – che gli inglesi seguono con il fiato sospeso – è in corso e si attende il verdetto dei giudici.