Far rinascere il borgo di Castelluccio di Norcia, una delle perle dell’Umbria che sorge nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, profondamente colpito dal terremoto che nel 2016 lo ha quasi completamente distrutto. E’ la missione intrapresa da Brunello Cucinelli, il visionario imprenditore d’alta moda, che martedì mattina, insieme alla sua famiglia e all’architetto Massimo de Vico Fallani, ha presentato alla stampa il suo progetto nei saloni d’onore Triennale di Milano. Un piano ambizioso, frutto di anni di studio, ideato “con una visione a cinque secoli” dove sono primari gli aspetti del restauro, della statica antisismica e del risparmio energetico, seguiti da altri, come l’adeguamento degli impianti e l’inserimento di nuove infrastrutture e di nuove funzioni, la riqualificazione paesaggistica e la realizzazione di opere di simbolo e di cultura.
“Sogno che Castelluccio sorga nuovamente qual era prima – ha detto Brunello Cucinelli ai presenti-, con la sua vita vera fatta di attività agricola e commerciale, con un turismo amabile, rispettoso della sua primitiva forma e della sua lunga storia. Vorrei che l’immenso anfiteatro naturale che la incorona, dominato dal profilo del Monte Vettore, continuasse, com’è ora, nella sua solitudine, a ricordare i paesaggi, anche quelli umanissimi, delle lontane e amiche valli della Mongolia. Sono convinto che dalla tradizione e dalla storia è possibile, adeguandole, trarre ogni migliore scelta per il futuro di Castelluccio. Il progetto di idee che intendiamo donare come auspicio per una sua ricostruzione racconta molto di quello che è il nostro modo di vivere e di lavorare a Solomeo”. Il piano, curato dalla Fondazione Brunello e Federica Cucinelli, è infatti il risultato di una lunga ricerca condotta tanto sui documenti a stampa e su quelli di archivio quanto con ripetute indagini dirette eseguite durante numerosi sopralluoghi, che hanno avuto inizio nel 2017 e si sono ripetuti fino alla completa demolizione dei ruderi superstiti da parte dei vigili del fuoco.
“L’idea nasce dopo che il terremoto che nel 2016 oltre a Castelluccio ha sconvolto così tanti luoghi amati della nostra Italia,- ha spiegato l’imprenditore e mecenate – ha portato via alle donne e agli uomini che li abitavano il bene della loro tradizione, della loro storia, della loro bellezza, in una parola della loro vita. Questi siti, non distanti dalla città di Norcia, sono pervasi da una spiritualità che il Santo umbro e d’Europa, Benedetto, ha lasciato loro in eredità. Se ognuno di noi sente il desiderio di riguardare e custodire ogni giorno, per il rispetto del Creato e per la memoria degli uomini, ogni piccolo luogo che ci è vicino, tanto più forte è l’attrazione collettiva, sensibile, umana, verso la rinascita di siti che appartengono a ognuno di noi e che sono diventati luoghi dell’abbandono. L’attrazione che è alimentata dal sentimento e dalla ragione sa crescere sulle ali della fiducia. È come segno di fratellanza e testimonianza di un amore speciale, che mi lega non solo a Solomeo, ma a tutte le città, i borghi, le periferie, le campagne e i monti della nostra madre terra umbra, che porgo amabilmente la mia idea per Castelluccio come un dono”.
“Lo abbiamo pensato ‘in armonia con il Creato’ – ha aggiunto Cucinelli – e sempre tenendo dinanzi ai nostri occhi la priorità del pieno rispetto della dignità dei luoghi. E’ un tributo alla sua straordinaria bellezza, alla sua antica storia, alla sua popolazione silenziosa, laboriosa e dignitosa. Allo stesso tempo il progetto vuol anche essere un dono pensato per un futuro ispirato alla umana sostenibilità così da provare a portare un significativo contribuito di bellezza all’umanità che animerà i secoli a venire”. Il progetto si compone di 28 tavole totali tra planimetrie, prospetti, dettagli, prospettive. Punti significativi sono la nuova disposizione dell’attività commerciale, le sistemazioni a verde con specie vegetali autoctone o naturalizzate, l’apertura di piccoli belvedere, i parcheggi, uno interrato e l’altro adeguatamente mimetizzato, la nuova piazza che diventa monumento e simbolo della rinascita, il teatro all’aperto, tempio laico della vita culturale. “Mi viene da dire – ha concluso Brunello Cucinelli -. Proviamo insieme tutti a ricostruire Castelluccio, con essa ricostruiremo una parte importante della nostra storia“.