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L’ambasciatore della Cina in Ue: “Sostegno ai confini dell’Ucraina del 1991 (Crimea compresa)? Non vedo perché no”

Mesi fa aveva già chiarito, in un’intervista al New York Times, che quella espressione di “amicizia senza limiti” usata dalla Cina per descrivere i rapporti con con la Russia non fosse da interpretare letteralmente, perché si trattava di pura retorica diplomatica. Nello stesso contesto, poi, aveva precisato che in nessun modo Pechino fosse d’accordo con l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. E ora l’ambasciatore cinese per l’Unione europea Fu Cong, è tornato a tranquillizzare l’Occidente sulle posizioni cinesi nei confronti di Mosca, suggerendo che Pechino potrebbe sostenere gli obiettivi dell’Ucraina di rivendicare la sua integrità territoriale del 1991, inclusa la penisola di Crimea annessa dalla Russia nel 2014. In un’intervista ad Al Jazeera ad e altri due media, Fu, quando gli è stato chiesto di sostenere gli obiettivi di Kiev, che includono il recupero di altre regioni ucraine ora occupate da Mosca, l’alto diplomatico cinese ha detto: “Non vedo perché no”. Il riferimento all”integrità territoriale era stato esplicitato nel documento di pace in 12 punti proposto da Pechino dove, appunto, si leggeva: “La sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale di tutti i Paesi devono essere efficacemente sostenute”. Parole che fin da subito erano state interpretate come ambigue visto che per la Russia è l’Ucraina a minarne l’integrità territoriale, mentre per Kiev è Mosca a minacciarla. Nel documento non venivano mai nominati i due Paesi e, dunque, non si faceva cenno agli eventuali confini dell’Ucraina, della forma territoriale attuale né alla Crimea (annessa dalla Federazione russa nel 2014). Nato e Occidente hanno sin da subito sollevato perplessità sull’effettiva consistenza delle proposte di Pechino.

“Rispettiamo l’integrità territoriale di tutti i Paesi – ha dichiarato -. Quindi, quando la Cina ha stabilito relazioni con l’ex Unione Sovietica, questo è ciò che abbiamo concordato. Ma come ho detto, queste sono questioni storiche che devono essere negoziate e risolte da Russia e Ucraina e questo è ciò che noi rappresentiamo”, ha continuato Fu. In merito alla vicenda, la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha detto che per quanto riguarda la crisi ucraina, la posizione della Cina “è coerente e molto chiara: crediamo che tutte le parti debbano creare le condizioni per una soluzione politica della crisi attraverso il dialogo e il negoziato“, ha precisato Mao, parlando nel briefing quotidiano.

I commenti del diplomatico cinese hanno fatto seguito all’Europa-Cina Business Summit del 2023, tenuto a Bruxelles il 16 giugno. Sempre nell’intervista dello scorso aprile al New York Times, Fu affermò che Pechino non ha riconosciuto gli sforzi di Mosca per annettere i territori ucraini, tra cui la Crimea e il Donbass. Da quando l’Ucraina ha ottenuto l’indipendenza dall’Unione Sovietica nel 1991, la Russia ha annesso la Crimea nel 2014 e ha sostenuto le rivolte separatiste in alcune parti di Luhansk e Donetsk, che si trovano nella regione del Donbass, nell’Ucraina orientale. Anche se la Russia ha rivendicato la penisola e ha esteso la sua occupazione nel Donbass, le potenze occidentali non hanno riconosciuto le mosse di Mosca.