L’ex ciclista statunitense Lance Amstrong, a cui nel 2012 sono state revocate le 7 vittorie consecutive del Tour de France a causa del più grande scandalo doping della storia del ciclismo, è stato fortemente criticato dopo aver espresso la sua opinione sulla presenza di atlete transgender in alcuni settori sportivi. Amstrong ha espresso la sua idea in un documentario sul tema dell’equità degli atleti transgender nello sport, svolto in compagnia di Caitlyn Jenner, ex atleta multiplista olimpionico che a 66 anni ha deciso di intraprendere il suo percorso di adeguamento di genere. Jenner è particolarmente famosa negli Usa ed è stata una delle prime personalità note a parlare della sua transizione.

Amstrong è uscito allo scoperto con un tweet sabato scorso mentre si stava recando a casa di Jenner per un’intervista scrivendo parole che sono state giudicate ipocrite e provocanti, in quanto provenienti da una personalità che per anni ha falsificato le sue prestazioni mediante il doping: “Siamo davvero giunti in un momento e in un luogo in cui il dibattito animato non è solo disapprovato, ma anche temuto? Dove la più grande preoccupazione delle persone è essere licenziati, svergognati o cancellati? Essendo una persona fin troppo familiare con questo fenomeno, sento di essere in una posizione unica per avere queste conversazioni. Sono una specie di impavido su questo”, così si è espresso Amstrong.

Il tweet ha scatenato le polemiche portando numerosi utenti e appassionati del settore a rivolgersi ad Amstrong con un tono particolarmente acceso, accusandolo di aver tradito la fiducia di numerosi statunitensi “ispirati dalla storia che hai presentato, solo per scoprire che stavi ingannando il sistema, forse non dovresti commentare, Lance”. Altri, rispondendo direttamente al suo tweet, l’hanno accusato di non essere nella posizione giusta per commentare essendo in una conosciuto “come il più grande imbroglione di ciclismo di tutti i tempi”.

La replica dell’ex ciclista non si è fatta attendere e, sempre con un tweet, si è rivolto a coloro che lo hanno criticato più duramente in questo modo: “Non esiste un mondo in cui si possa essere di supporto alla comunità transgender e curiosi dell’equità degli atleti trans nello sport senza essere etichettati come transofobi o bigotti mentre facciamo domande? Conosciamo ancora le risposte? E vogliamo anche conoscere le risposte?”.

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