Quei dieci minuti del primo agosto 2021, tempo intercorso tra due ori olimpici strepitosi come quello sui 100 metri vinto da Marcell Jacobs e quello nell’alto maschile vinto da Gianmarco Tamberi (a cui poi si sono aggiunti anche gli ori della 4×100 maschile e di Antonella Palmisano e Massimo Stano nelle 20km di marcia) non sono stati un fuoco di paglia. A distanza di nemmeno due anni dall’Olimpiade di Tokyo, la Nazionale di Atletica leggera italiana ha vinto per la prima volta nella sua storia i Campionati Europei a squadre, vecchia Coppa Europa voluta da Bruno Zauli e grazie a lui arrivata fino a noi. Questa non è una gara come le altre, ha sempre premiato non tanto le grandi punte di un movimento, ma la grandezza del movimento stesso, con sovietici e tedeschi dell’Est a dominare fino al crollo del muro di Berlino, per poi passare il testimone a Germania unita, Gran Bretagna, Francia e negli ultimi anni alla Polonia. L’Italia ha sfiorato solo in pochi casi la vittoria, la volta che ci siamo avvicinati di più proprio nel 2021, a due mesi dalle Olimpiadi giapponesi, quando è arrivata seconda per 2,5 punti dietro la Polonia.

Oggi la Nazionale azzurra invece vince con 24 punti di vantaggio proprio sui polacchi e questo vuole dire tanto. Prima di tutto vuole dire che alle spalle c’è un movimento completo, con punte di grandissimo livello, come lo stesso Tamberi, ma anche Sibilio, Weir e Fantini. Quello che più fa brillare gli occhi però è la gioventù di alcuni dei protagonisti scesi in pista a Chorzów. Alessandro Sibilio, oro nei 400hs, ha 24 anni. Mattia Furlani, forse la stella più luminosa del futuro prossimo, è nato il 7 febbraio 2005. Mentre Larissa Iapichino ha solo 20 anni e sembra già un’esperta nel suo salto in lungo.

L’Italia ha punte, profondità e media età bassa, il massimo che si può chiedere a una squadra nazionale. Tutto è nato proprio nelle categorie giovanili, dove tanti dei protagonisti di oggi hanno vinto. La scalata è iniziata agli Europei Under 23 del 2017, disputati proprio in Polonia, a Bydgoszcz. La Nazionale finì quinta nel medagliere con l’oro di Yeman Crippa nei 5000 metri, mentre nel 2021 a Tallinn il medagliere l’Italia lo vinse, con 6 ori, 5 argenti e 3 bronzi. Intanto arrivavano anche ori ai Mondiali Under 20 (nel 2018 la 4×400 maschile e Rachele Mori nel martello a Cali nel 2022) e questo ha fatto crescere l’Italia rispetto ad altri movimenti europei che andavano contraendosi.

Ora cosa riserva il futuro? Ci sono tre eventi da guardare per capire se il movimento azzurro riuscirà a reggere e soprattutto se questo lavoro porterà ancora una volta all’apoteosi di Tokyo 2021. Prima di tutto i Mondiali di Budapest che partiranno il 19 agosto prossimo. In questa occasione l’obiettivo è continuare a fare paura ai grandissimi, Stati Uniti in primis, ma soprattutto riscoprire Marcell Jacobs ad alto livello. In Polonia non c’era, anche se Samuele Ceccarelli non lo ha fatto rimpiangere vincendo i 100 metri. Ma nonostante l’atletica italiana sia una scuola a cui tanti guardano, serve una faccia riconosciuta ovunque e Jacobs è il campione olimpico dei 100 metri, la gara che tutti aspettano. Tra un anno poi le Olimpiadi di Parigi, dove ripetere cinque ori potrebbe essere impossibile, ma di sicuro non è utopia puntare a tante finali. Infine, quello che potrebbe diventare l’evento di consacrazione-esaltazione: gli Europei che si terranno allo Stadio Olimpico di Roma tra il 7 e il 12 giugno 2024. Questo evento potrebbe attrarre il pubblico italiano e dare uno slancio quanto più positivo verso Parigi. L’Atletica leggera italiana non vuole fermarsi proprio ora che viene il bello.

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