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Luca Barbareschi commenta una foto in costume di Elodie: “Non mi hai mai voluto incontrare”

Il regista ha precisato di aver cercato la cantante per un film "da protagonista"

di Giuseppe Candela

Due foto di Elodie in costume da bagno sono apparse sul suo profilo Facebook. “Quando la distanza tra noi si fa più sottile, le sensazioni aumentano”, la didascalia del post apparso lo scorso 20 giugno. Un contenuto sponsorizzato, un #adv per una pubblicità a una nota casa produttrice di condom. Sotto centinaia di commenti, tra questi non è di certo passata inosservata la reazione di Luca Barbareschi: “Ti volevo in un film come protagonista ma non mi hai mai voluto incontrare. Peccato! Sei fantastica!”.

Da una parte la cantante romana, ormai star della musica pop, amata sui social. Madrina del Pride, ma anche conduttrice per una sera al “Festival di Sanremo” o “Le Iene”, attrice protagonista del film “Ti mangio il cuore“. Dall’altra parte l’attore e regista, da sempre legato al mondo di centrodestra, finito nelle scorse settimane nella bufera per aver cercato di stroncare il #MeToo italiano, riducendo le denunce delle attrici che hanno raccontato di aver subito violenze e molestie a degli spot: “Sono in cerca di pubblicità”.

Così, in questi mondi sulla carta lontani e forse inconciliabili, Elodie non risponde, scompare. Fa “ghosting”. Barbareschi in un’intervista a Repubblica aveva dichiarato: “Alcune di queste (riferendosi al collettivo Amleta, ndr) non sono state molestate, o sono state approcciate in maniera blanda. Altre andrebbero denunciate per quando si son presentate sedendo a gambe larghe: ‘Ciao che film è questo?’. Non ho mai avuto bisogno di fare trucchi per scopare, ho detto: ‘Amore chiudi le gambe, interessante, ma ora parliamo di lavoro’. Succede anche questo. E secondo me Amleta dovrebbe riguardare un campo più largo. Il problema delle molestie è generale, riguarda la commessa del negozio che deve subire per non perdere il posto. Deve cambiare. Ho quattro figli e voglio che siano liberi e non subiscano mai. Sono stato un bambino molestato, da otto a undici anni. I preti gesuiti, a Milano, mi chiudevano in una stanza, uno mi teneva fermo e l’altro mi violentava”.

Le sue parole avevano provocato la protesta pubblica delle attrici di Amleta e una successiva precisazione di Barbareschi: “Non ho mai minimizzato l’importanza e il coraggio di chi denuncia molestie o violenze subite. Al contrario, sono profondamente solidale, oggi e da sempre. È oggettivo che nel nostro ambiente sia usata, in alcuni casi in modo strumentale, questa piaga delle molestie per ottenere visibilità (nella mia intervista dichiaro che ‘alcune di queste attrici non sono state molestate, o sono state approcciate in maniera blanda’). Intendo dire che, così come è vero che ci sono uomini e donne di potere che si approfittano di persone fragili, è anche vero che ci sono attrici e attori che si fanno pochi scrupoli pur di raggiungere i loro obiettivi”.

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