Un’altra riqualificazione dell’accusa e un nuovo patteggiamento in vista per Luca Palamara. Anche nel secondo procedimento a carico dell’ex magistrato romano i pm di Perugia Mario Formisano e Gemma Miliani hanno accettato di trasformare l’imputazione di corruzione in quella, meno grave, di traffico di influenze illecite. Alla luce di ciò la difesa ha chiesto il patteggiamento a quattro mesi, incassando l’ok della Procura. Ora l’accordo dovrà essere validato dal gup nella prossima udienza preliminare, fissata al 19 settembre. “Pur non riconoscendo nessuna responsabilità abbiamo deciso di chiudere anche questo processo, in coerenza con la conclusione definitiva di tutta la vicenda”, hanno detto gli avvocati di Palamara, Benedetto Buratti e Roberto Rampioni. Una scelta che si pone in continuità con il patteggiamento a un anno di carcere (con pena sospesa) per traffico d’influenze concluso il 30 maggio scorso nel filone principale dell’inchiesta, che lo vedeva inizialmente imputato per corruzione per i suoi rapporti con l’imprenditore Fabrizio Centofanti. Da quell’indagine emerse lo scandalo delle trattative tra correnti e politica per le nomine dei vertici degli uffici giudiziari, che portò alla radiazione dell’ex pm dalla magistratura.

In questo fascicolo parallelo, invece, Palamara era accusato di aver messo “le sue funzioni e i suoi poteri” a disposizione di due imprenditori, Federico Aureli e Leopoldo Manfredi Ceglia: da Aureli, in particolare, avrebbe ricevuto in cambio alcune utilità, tra cui l’utilizzo gratuito di due scooter e “la possibilità di essere socio occulto della Kando Beach“, uno stabilimento balneare di Olbia. Nell’ambito di questo rapporto, l’ex leader della corrente Unicost si era interessato per sbloccare “le procedure amministrative relative all’attività di bar gestita dalla Kando beach” e per “favorire il buon esito del procedimento penale” nei confronti di “madre e moglie di Aureli, in corso di svolgimento presso il Tribunale di Roma”. Nonostante la riqualificazione del reato, Aureli ha scelto di procedere con il rito ordinario: alla prossima udienza il gup deciderà se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio formulata dai pm oppure se proscioglierlo, come ha chiesto la sua difesa. Manfredi Ceglia, invece, ha presentato già nei mesi scorsi un’istanza di patteggiamento: quanto al rapporto con quest’ultimo, a Palamara sono contestati “diversi soggiorni” in un hotel di Capri e in “strutture ricettive” a Roma. Nel processo si è costituito parte civile anche il Consiglio superiore della magistratura, di cui Palamara era un influente membro all’epoca dei fatti contestati.

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