La storia del costruttore californiano il cui quartier generale è stato nel frattempo trasferito in Texas, a Austin, è legata con quella del manager di origini sudafricane che ne ha fatto il marchio elettrico più venduto al mondo. E che grazie a esso è diventato l’uomo più ricco del pianeta con un patrimonio stimato attorno 320 miliardi di dollari nel suo momento migliore.

Una cosa, tuttavia, Musk non ha fatto per Tesla: non l’ha fondata, perché quello l’hanno fatto Martin Eberhard e Marc Tarpening nel 2003. Musk l’ha però finanziata portando 7,5 milioni di dollari diventandone prima presidente e poi, nell’ottobre del 2008, Ceo. È proprio in quell’anno che esordisce la Roadster, la prima elettrica di serie alimentata da un pacco batterie agli ioni di litio. L’autonomia dichiarata era di 340 chilometri, la metà di quella della Tesla attualmente in commercio con la maggior percorrenza.

L’1 luglio ricorre l’anniversario dei vent’anni della costituzione di Tesla, marchio che sembra non avere necessità di investire né sulla rete di vendita (ma sulla rete di assistenza sì, e anche di più), né in pubblicità, né in attività collaterali come il motorsport. Seppur con le sue trovate geniali, ma talvolta discutibili (il lanciafiamme, la tequila e altro ancora), Musk è riuscito a catalizzare l’attenzione su di sé e sul marchio, tanto che in occasioni di celebri presentazioni come quelle della Model 3 o del Cybertruck era riuscito a raccogliere un numero di prenotazioni da capogiro (300.000 per la prima e 1,5 milioni per il secondo) praticamente senza costi di comunicazione. Il numero uno di Ford, Jim Farley, ha ammesso di fronte ai propri investitori che la sua l’azienda spende 2.000 dollari più di Tesla in distribuzione e pubblicità per ciascuna auto venduta.

Il manager ha sempre dialogato in modo diretto e praticamente senza filtri con i suoi follower, ma anche con una certa allergia alle domande scomode e alle opinioni differenti dalla sua. Tanto diretta da aver poi deciso di acquisire Twitter, salvo poi mandare a casa migliaia di collaboratori.

Musk ha rivoluzionato il modo di fabbricare auto grazie alle grandi presse dell’italiana Idra e malgrado numerosi problemi nella stabilizzazione della produzione, a lungo sotto gli obiettivi annunciati, lo scorso anno ha totalizzato un nuovo record di consegne, oltre 1,3 milioni. I ricavi volano con la Model 3 e la Model Y (che nel 2022 è stata la terza auto più venduta al mondo e la prima in Europa), che hanno soppiantato le Model S e Model X e che sostengono i volumi in attesa del Cybertruck, la cui produzione per il mercato di massa è in ritardo sulla tabella di marcia.

Le stime per il 2023 sfiorano i 2 milioni. Con le sue gigafactory – Musk ne immagina 10 (il doppio di quelle attive oggi negli Stati Uniti, tre, in Cina, una, e in Germania, un’altra) – punta a quota 20 milioni di esemplari l’anno entro il 2030, ossia più del cumulato dei primi due gruppi al mondo, veicoli industriali inclusi: Volkswagen e Toyota, che hanno ancora quote significative legate ai motori a combustione.

Per chiudere il primo bilancio in attivo, Tesla e Musk hanno dovuto attendere la chiusura dell’esercizio 2020, quello caratterizzato dalla pandemia: gli utili sono stati pari a 595 milioni di euro. Le prime controversie con le autorità di Borsa hanno avuto inizio molto prima, anche perché la quotazione del titolo al Nasdaq di New York è avvenuta nel 2010.

Musk è diventato una leggenda con i suoi continui spostamenti, le sue inesauribili polemiche, i nomi dei suoi figli, i suoi incontri con i grandi della terra, onorati di farsi fotografare con lui, e le sue colossali perdite (la congiuntura sfavorevole e l’acquisizione di Twitter gli avevano eroso il patrimonio per circa 200 miliardi). E anche con i suoi visionari obiettivi non solo di elettrificare la mobilità planetaria, ma anche di colonizzare lo spazio con SpaceX, di interrare il traffico con The Boring Company o di “digitalizzare” la mente umana con Neuralink.

I vent’anni di Tesla (omaggio al nome dell’inventore slavo Nikola Tesla) sono anche i vent’anni di questo temerario imprenditore: le vicende dell’una e dell’altro sono indissolubilmente intrecciate.

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