Scuola

Bocciatura con il 5 in condotta e lavori socialmente utili per chi viene sospeso, la mini riforma di Valditara

Il voto in condotta torna ad essere protagonista nella scuola. Ad accendere un faro sulla disciplina tra i banchi è il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, che dopo l’episodio di Rovigo dove è dovuto intervenire per chiedere una revisione del voto in disciplina dato ad un ragazzo che aveva sparato dei pallini alla sua docente, stamattina ha emanato “direttrici” che come le definisce la presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio e dirigente del liceo “Newton” a Roma, Cristina Costarelli, sono “buone intenzioni” non tutte applicabili “finché non verranno fatte le modifiche legislative necessarie”. In sostanza, per ora, suonano più come una direttiva d’alto e poco più che, tuttavia, molti capi d’istituto e docenti potrebbero ritenere un principio cui adeguarsi. In buona sostanza la “riforma” (se così si può chiamare) targata Valditara prevede: il ritorno del voto in condotta alle “medie”; la bocciatura con il cinque in comportamento; il debito in educazione civica con il sei in disciplina e i lavori socialmente utili per chi verrà sospeso per più di due giorni. Ma entriamo nello specifico delle misure che – come precisa Valditara – “saranno adottate dalle singole scuole, nello specifico dai consigli di classe, nel rispetto dell’autonomia scolastica”. Il primo intervento del leghista arriva sull’onda della cronaca di questi giorni che ha visto studenti compiere atti gravi e avere il nove in condotta: ora “nella valutazione dovrà essere dato particolare rilievo a eventuali atti violenti o di aggressione nei confronti degli insegnanti, di tutto il personale scolastico e degli studenti”.

Novità assoluta quella della secondaria di primo grado: a eliminare il voto in condotta con la riforma del 2017 era stata l’allora ministra Valeria Fedeli. Ora Valditara “ripristina la valutazione del comportamento, che sarà espressa in decimi e farà media”. Vita dura per chi non riga dritto alle superiori. Il titolare del dicastero di viale Trastevere vuole che la valutazione del comportamento incida sui crediti per l’ammissione all’esame di Stato conclusivo della scuola secondaria di secondo grado. Non solo. “La normativa attuale, che presenta varie criticità e ambiguità – sottolinea il ministro nel suo comunicato ufficiale – prevede che la bocciatura, a seguito di attribuzione di cinque per la condotta, sia attuata esclusivamente in presenza di gravi atti di violenza o di commissione di reati. Con la riforma si stabilisce invece che l’assegnazione del cinque, e quindi della conseguente bocciatura, potrà avvenire anche a fronte di comportamenti che costituiscano gravi e reiterate violazioni del Regolamento di Istituto”. Altra new entry: il debito a settembre in educazione civica con il sei in condotta da recuperare “con una verifica avente ad oggetto i valori costituzionali e i valori di cittadinanza”.

Sulle sospensioni, poi, Valditara torna su un concetto già espresso nei mesi scorsi che ora mette su carta: no all’allontanamento dalla scuola ma per chi sarà sospeso fino a due giorni sarà obbligatorio il coinvolgimento “in attività scolastiche, assegnate dal consiglio di classe, di riflessione e di approfondimento sui temi legati ai comportamenti che hanno causato il provvedimento. Questo percorso si concluderà con la produzione di un elaborato critico su quanto è stato appreso, che sarà oggetto di opportuna valutazione da parte del consiglio di classe”.

Mentre per chi sarà sospeso per più di due giorni ci saranno i lavori socialmente utili che il ministro chiama “attività di cittadinanza solidale” presso strutture convenzionate. Indicazioni, quelle arrivate stamattina da Roma, apprezzate da Cristina Costarelli ma che hanno dei limiti: “È lodevole che il ministro si sia posto il problema di dare indicazioni ma vedo complesso armonizzare modifiche a livello legislativo e normativo. Per mettere il voto in disciplina alle medie bisogna tornare a prendere in mano la Legge 62/2017 con modifiche che passano dal parlamento. È apprezzabile anche parlare di accompagnamento come sanzione ma è già previsto in quasi tutti i comportamenti di disciplina. A questo punto vanno modificate anche le griglie di valutazione del comportamento che ogni scuola costruisce nell’autonomia. Alcune di queste direttrici si possono applicare ma al momento la maggior parte no”. D’altro canto lo stesso ministro nel suo comunicato chiarisce che “questi interventi daranno vita ad una revisione normativa che riguarderà il Dpr 22 giugno 2009 numero122, relativo alla valutazione degli apprendimenti e del comportamento, e del Dpr 24 giugno 1998 numero 249 ovvero lo Statuto delle studentesse e degli studenti”.

A fare un plauso al ministro è Ivana Barbacci, segretaria nazionale della Cisl Scuola: “Questa iniziativa di Valditara va nella direzione giusta nei termini di non lasciare sole le scuole di fronte a comportamenti che devono essere ricondotti a un principio educativo e non sanzionatorio e punitivo. Questa è un primo passo che condivido nello sforzo di voler assumersi la responsabilità come ministero di voler condurre una riflessione sul come si sta a scuola”. A bocciare, invece, l’idea dei lavori socialmente utili è il segretario nazionale della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile: “Le sospensioni vanno riviste e su questo il ministro ha ragione, ma i lavori socialmente utili non possono essere la soluzione. Condividiamo l’obiettivo di prolungare il tempo di permanenza a scuola per i ragazzi che si comportano in maniera non corretta tuttavia, siamo fermamente contrari all’idea di introdurre l’attività di cittadinanza solidale nelle scuole se questa si traduce in lavori socialmente utili come misura disciplinare per gli studenti che commettono atti di violenza. Riteniamo che tale approccio sia eccessivo e potrebbe avere conseguenze negative sul percorso educativo degli studenti coinvolti”.