Venerdì saranno passati sei mesi dall’invio a Bruxelles della richiesta di pagamento della terza rata del Recovery plan. Il primo rinvio risale al 16 febbraio, a fine marzo ne è seguito un altro, poi il governo è intervenuto sulle tre misure contestate dalla Ue e da fine aprile il ministro Raffaele Fitto ripete periodicamente che “è questione di ore”, refrain che gli si sta ritorcendo contro. Al momento pare improbabile che i 19 miliardi arrivino a stretto giro. Nel frattempo a preoccupare è anche la quarta rata da 16 miliardi: è noto da tempo che diversi obiettivi previsti per fine giugno erano irraggiungibili o a rischio – tra cui quelli relativi alla costruzione di nuovi asili nido – e infatti il governo ha aperto una trattativa con la Ue chiedendo modifiche.
Fitto giovedì ha incontrato il commissario all’Economia Paolo Gentiloni per fare il punto su questo e anche sulle modifiche al Piano e sul capitolo integrativo RePowerEu, che Gentiloni fin da aprile aveva chiesto di presentare “prima possibile” per consentirne la valutazione senza rendere necessario un rinvio delle successive erogazioni. Il governo Meloni ha invece continuato a prendere tempo, mentre Germania, Francia, Slovacchia, Irlanda e Malta ottenevano valutazioni positive ai loro aggiornamenti.
La tensione è evidentemente altissima, come dimostrano le parole della premier che durante il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio Ue ha negato i ritardi – certificati dalla Corte dei Conti prima che il governo le togliesse il controllo concomitante sul piano – e ha perso la calma attaccando l’ex presidente del Consiglio e le opposizioni: “Mi fa specie che i partiti che hanno steso il Piano su cui oggi si lavora e che in alcuni casi richiede delle modifiche da parte della Commissione europea siano anche quelli che se la prendono con il governo. Mi fa specie che lo faccia anche il commissario Gentiloni che immagino che quel piano lo avesse letto prima e oggi chiama in causa il governo italiano dicendo che bisogna correre e fare di più. Ma, insomma, se si fosse vigilato di più in passato forse si farebbe più velocemente”.