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Lo sfogo di Costanza Caracciolo: “Ho la diastasi addominale di cinque centimetri, mi è impossibile buttare giù la pancia. Basta commenti morbosi”

Intervistata da "Ok Salute e Benessere", la 33enne ha deciso di replicare una volta per tutte a tutti gli attacchi e le critiche sul suo aspetto fisico che le vengono mosse sui social

di F. Q.

La prima ad infrangere il “tabù” su questo delicato tema era stata Noemi Bocchi, l’attuale compagna di Francesco Totti, che lo scorso febbraio aveva rivelato di soffrire di diastasi addominale. Adesso, a tornare sull’argomento, è Costanza Caracciolo, ex velina di Striscia la Notizia e compagna di Bobo Vieri, con cui ha avuto due figlie: intervistata da “Ok Salute e Benessere“, la 33enne ha deciso di replicare una volta per tutte a tutti gli attacchi e le critiche sul suo aspetto fisico che le vengono mosse sui social spiegando che quella “pancetta” tanto denigrata dagli haters altro non è che la conseguenza della diastasi addominale che ha in seguito al parto delle sue due figlie Stella e Isabel, nate negli ultimi tre anni.

“Dopo la nascita delle mie figlie, per esempio, qualcuno ha cercato di farmi sentire sbagliata per le mie forme, alludendo anche che potessi essere nuovamente in dolce attesa subito dopo aver partorito. Credo che l’aspetto fisico di una persona non debba mai essere oggetto di dibattito, a maggior ragione se è correlato a qualche disturbo, come nel mio caso”, esordisce Costanza raccontando dell’impatto emotivo che questo tipo di commenti ha avuto su di lei. “Nel 2018 ho dato alla luce la mia prima bambina, Stella, e nel 2020, a soli 16 mesi di distanza, è nata la mia seconda figlia, Isabel. Tra una gravidanza e l’altra non ho avuto né il tempo né le energie per rimettermi in forma con un’attività fisica costante e un buon piano alimentare. Forse è per questo che i muscoli addominali, che normalmente sono paralleli e uniti da una fascia fibrosa centrale, non hanno retto, allontanandosi sempre di più gli uni dagli altri”, ha confessato Costanza.

E ancora: “Inizialmente credevo si trattasse di una condizione fisiologica, legata ai cambiamenti inevitabili del corpo durante le due gravidanze. Ma quando, a un anno di distanza dall’ultimo parto, ho capito che non c’era verso di buttare giù la pancia, né col solito allenamento (che nel frattempo avevo ripreso) né con le indicazioni del nutrizionista, mi sono sottoposta a un’ecografia della parete addominale, su consiglio del mio medico di famiglia. È venuto fuori che ho una diastasi di cinque centimetri, fortunatamente non accompagnata da ernia ombelicale”. Quindi, la compagna di Vieri ha sottolineato come non si tratti di una questione meramente estetica: “La pancetta gonfia, soprattutto dopo i pasti, con la conseguente ma lieve perdita del punto vita, sono state il segno più evidente. Avevo anche qualche difficoltà digestiva e un senso di pesantezza a livello di stomaco e intestino. Contrariamente a quanto si pensi, la diastasi non è un disturbo esclusivamente estetico o che coinvolge solo la pancia. Nel mio caso, ad esempio, ha scatenato anche dei mal di schiena che interessano soprattutto la parte bassa. Si intensificano quando svolgo attività che richiedono un certo sforzo fisico. Alla lombalgia si aggiungono sporadici fastidi alle anche e al bacino”.

“La diastasi può creare un disagio interiore. Bene o male io sono sempre riuscita ad arginare i commenti e le domande morbose riguardo al peso o a eventuali nuove gravidanze. Ma non tutte le donne hanno la forza di reagire con una risata o una scrollata di spalle”, ha aggiunto Costanza sottolineando che questa condizione si risolve intervenendo chirurgicamente. “Oltre all’intervento per riavvicinare i muscoli addominali, eseguito in laparoendoscopia, si potrebbe infatti anche associare l’addominoplastica. Consente di eliminare la pelle in eccesso. Sono sincera, non ho ancora deciso se farlo o no”, ha concluso.

Di cosa si tratta? Cosa è la diastasi addominale? Lo abbiamo chiesto tempo fa al professor Giampiero Campanelli, ordinario di Chirurgia dell’Università dell’Insubria, che dirige l’Unità operativa di chirurgia generale – Day&Week Surgery – IRCSS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano. “La diastasi – spiega il professor Campanelli – è una condizione para-fisiologica che si verifica quando i muscoli retti dell’addome, che normalmente sono quasi uniti lungo la linea mediana centrale, la cosiddetta ‘linea alba’, se ne allontanano un po’, in condizioni patologiche oppure di alterata fisiologia della parete addominale”. In assenza di problemi, la linea alba non supera gli 1,5-2 centimetri, mentre in chi ha la diastasi addominale tale distanza è maggiore. Quindi, non si può definire malattia in termini assoluti ma, precisa sempre il professor Campanelli, “è una condizione anatomica frequente soprattutto, ma non solo, nelle donne; dopo il parto, infatti la gestazione comporta non solo l’aumento di volume della cavità addominale, ma anche della pressione interna”, sottolinea l’esperto.

Nella diastasi, i muscoli retti si allungano verso l’esterno anche in senso laterale, a destra e a sinistra, assumendo un andamento curvilineo e si assottigliano. Questa morfologia la notiamo quando ci si alza dal letto e si forma la tipica gobba al centro della pancia. “In qualche caso, possono accompagnarsi ernie ombelicali o epigastriche, da cui fuoriescono porzioni più o meno grandi degli organi addominali”, continua Campanelli. La diastasi addominale può associarsi anche a un decadimento della cute e del sottocute, con relative smagliature, problema che provoca un senso di pesantezza e una sensazione di scarsa robustezza dell’addome, oltre a un disagio estetico. “Tuttavia, chi soffre di diastasi lamenta spesso un dolore lombare, da ricondursi, nella maggioranza dei casi, alla posizione scorretta che si assume a seguito della perdita, da parte dei muscoli retti, della loro funzione di cerniera anteriore”, conclude lo specialista.
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