Condannato il 6 aprile del 2022 all’ergastolo perché considerato il quinto uomo della strage di Bologna, Paolo Bellini – oggi arrestato – covava un intenso rancore verso l’ex moglie che aveva testimoniato contro di lui e meditava una vendetta contro il giudice Francesco Maria Caruso, che ha presieduto la Corte d’Assise di Bologna. Intercettato dalla procura di Caltanissetta, dove risulta indagato per la strage di Capaci, l’ex terrorista di Avanguardia nazionale diceva: “Starà scrivendo un poema, vuole scrivere le sue memorie” riferendosi ai tempi impiegati da Caruso per scrivere le motivazioni del verdetto. “Vuole fare una cosa apocalittica per chiudere la sua carriera” le parole con tono ironico captate dagli investigatori. Ma le sue frasi non avevano solo un tono tagliente: “Mo’ gliela chiudo io la carriera, gliela chiudo, ho scoperto che c’ha il figlio che è diplomatico in Brasile”. Per i giudici della Corte – che hanno emesso l’ordinanza di custodia cautelare – una minaccia “assai seria”.
Il curriculum criminale di Bellini, che risulta indagato anche a Caltanissetta, è lunghissimo e sia i pm che ne hanno chiesto l’arresto sia i giudici lo ricordano: attentati, omicidi e tentati omicidi dal 1974 al 1999. Ex estremista di destra, pilota di aerei e trafficante di opere d’arte con il nome di Roberto da Silva, killer della ‘ndrangheta ma pure sedicente infiltrato in Cosa nostra per conto dei carabinieri, senza contare la condanna al fine pena mai per il massacro della stazione (2 agosto 1980, 85 morti e 200 feriti). “Emerge evidente una personalità pronta ad ogni misfatto, se accompagnato da un adeguato tornaconto, indice di marcata e persistente pericolosità sociale, caratteristica non episodica dell’indagato, ma strutturale alla sua persona e quindi sempre attuale” scrivono i pm nella richiesta d’arresto. Anche perché Bellini dimostra di conoscere anche il lavoro e la collocazione del figlio del giudice, Valerio Caruso, ovvero quello di ruolo di Console Generale in Porto Alegre in Brasile dove Bellini, con la nuova identità di Roberto Da Silva, ha vissuto. “La rete internazionale della quale egli è mostrato capace di avere la disponibilità è di grande portata com’è emerso nel corso del dibattimento relativo ai mandanti della strage (e di cui i giudici hanno fano menzione in sentenza). Non vi è chi non legga nelle parole di Bellini il bieco desiderio di ‘punire’ il presidente estensore (per le di lui asserite lungaggini motivazionali) attraverso il figlio del quale è a conoscenza circa il collocamento lavorativo e che potrebbe essergli stato segnalato proprio da taluni italiani emigrati in Brasile”.
Per gli inquirenti non si può evitare di evidenziare anche “il rancore che Paolo Bellini nutre nei confronti della testimone Maurizia Bonini”, l‘ex moglie che lo aveva riconosciuto nel video amatoriale di un turista tedesco recuperato dagli inquirenti. E il 21 luglio del 2021 ai giudici aveva confermato: “Sembra mio marito, è Paolo, è Paolo, perché ha una fossetta qua, ha i capelli più indietro, ma è comunque lui, nella foto del telegiornale lo riconosco ancora meglio”. Nei verbali delle udienze del 24 e 26 novembre 2021 – a distanza di 4 mesi dalle dichiarazioni della testimone – la minaccia appare chiara all’accusa. Bellini, che era stato prosciolto in un primo momento perché appunto la moglie aveva dichiarato che si trovava a Rimini per poi ricordare che era arrivato con molto ritardo al mare, ha visto il suo alibi sbriciolarsi. “Non mi ha fatto crollare niente, perché le sue sono affermazione false – aveva risposte al procuratore. E poi noi dimostreremo, dimostreremo con i nostri atti che faremo in seguito, che la signora Bonini ha mentito”. La replica del procuratore Proto era stata immediata: “Ha mentito. Ecco, senta, la signora Bonini però mente anche in privato, sa? Non mente solo davanti alla Corte d’assise, perché lei è stata intercettata, la Bonini l’11 luglio del 2019, e fa un lungo discorso con suo figlio Guido, e litiga con suo figlio Guido perché Guido le dice: ‘Tu sei matta, fatti ricoverare, non vedi che non è lui?”, e lei insiste, dice: ‘Tu stai buono, che avevi un anno, non te lo puoi ricordare, io ero ragazza e l’è lu’, aveva la fossetta”. A quel punto Bellini aveva detto: “Poi vedremo la fossetta e vedremo le fosse, fosse e fossette, ci sono anche le fosse”. In una delle intercettazioni della Dia di Caltanissetta il rancore prende ancora più e la minaccia diventa ancora più esplicita: “E vogliamo Bonini pensi che finisce qui? Ho appena finito di pagare 50mila euro per fare fuori uno di voi Bonini eh, non si sa quale! Che Dio vi stramaledica tutti”. Per gli inquirenti una “minaccia seria e allarmante”.