Cronaca

Identificato il turista che ha inciso il nome della fidanzata sul Colosseo: è un inglese

Il video fatto da un altro turista gli è stato fatale tanto quanto un gesto che probabilmente riteneva romantico ma era solo sciagurato, ovvero incidere il suo nome e quello della fidanzata sulle mura del Colosseo. Grazie a quel video diventato virale i carabinieri di Roma, coordinati dalla Procura, hanno identificato il turista autore dell’incredibile atto vandalico a favore di videocamera: si tratta di un uomo residente in Inghilterra come la sua fidanzata, l’ormai famigerata Hayley, il cui nome ha vergato sull’Anfiteatro Flavio insieme al suo, Ivan, e al numero 23.

Secondo il Daily Mail l’uomo sarebbe un personal trainer di origine bulgare, il 27enne Ivan Dimitrov, che vive a Bristol con la compagna Hayley Bracey, 33 anni. I due turisti dopo il gesto avevano finito le loro vacanze romane ed erano rientrati in Inghilterra. Ma il video finito sul web ha creato una vera tempesta social con relativa denuncia presentata dall’Ente Parco Colosseo che ha dato impulso alle indagini. Il giovane infatti prima di incidere il nomi si girava verso la camera, il volto perfettamente riconoscibile, anche col sorriso stampato in faccia. Anche Hayley era finita nel video ma più defilata. Nell’audio del video inoltre, si sente perfettamente, che l’autore delle riprese in inglese gli fa notare la gravità del gesto, ma lui noncurante si gira e sorride, mentre la fidanzata resta immobile ad assistere allo sfregio.

Ora l’iter della denuncia farà il suo corso e il ragazzo rischia una maximulta da almeno 15mila euro e il carcere fino a 5 anni. “Sono grato all’Arma dei Carabinieri per aver prontamente individuato il presunto responsabile del gesto incivile quanto assurdo commesso al Colosseo – dichiara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – Un atto che ha offeso tutti coloro che nel mondo intero apprezzano il valore dell’archeologia, dei monumenti e della storia. Ora auspico che la giustizia faccia il suo corso applicando rigorosamente le leggi. Se si arriverà a un processo, il Ministero della cultura si costituirà parte civile”.