L’estrema destra arriva al governo e a un certo punto si presenta il problema che comunque resta estrema destra. E così succede che in Finlandia, dove i conservatori del Partito di coalizione nazionale hanno stretto un accordo con il Partito dei finlandesi, si è già dimesso il ministro dell’Economia, dieci giorni dopo il giuramento del governo. Non un ministro qualunque, tra l’altro, ma il titolare dell’Economia, Vilhelm Junnila, 41 anni. Due giorni fa era stato sfiduciato dal Parlamento – quindi anche con parte di voti della maggioranza – con un voto richiesto dai partiti dell’opposizione (Verdi, Sinistra e Socialdemocratici), finito 95 a 86. “Era la soluzione giusta ed era l’unica possibile” dice il premier Petteri Orpo, protagonista del successo elettorale che ha sconfitto l’ex premier socialdemocratica Sanna Marin. Orpo in campagna elettorale aveva promesso tra le altre cose una politica migratoria più dura assicurandosi così il sostegno al suo piano di austerità da sei miliardi di euro. Il premier ha precisato che il programma del suo governo ripudia il razzismo e si impegna a tutelare lo stato di diritto e i diritti umani.
Precisazioni necessarie perché a far cadere Junnila sono stati dei suoi commenti filonazisti di un passato non troppo remoto. All’ormai ex ministro, infatti, è stata contestata l’uscita a un discorso a un memoriale di estrema destra nella città occidentale di Turku, nel 2019, quando ha fatto un riferimento ad Adolf Hitler, “scherzando” sul suo numero di candidatura alle elezioni parlamentari del 2019, l’88 secondo l’assegnazione casuale, dicendo che rappresentava due H, cioè quelle che i nazisti apprezzano come iniziali del saluto Heil Hitler. Junnila si è scusato e ha preso le distanze dalle sue osservazioni e battute, affermando in un post su Facebook di non aver mai avuto legami o affiliazioni con elementi estremisti.
Riikka Purra, la presidente del Partito dei Finlandesi (che fino a qualche tempo fa si chiama “Veri finlandesi”), ha definito la decisione presa del ministro “estremamente difficile sia per lei che per tutti gli altri”. Purra ha ringraziato Junnila per aver messo l’interesse della Finlandia prima di ogni altra cosa ma poi ha posto una sorta di ultimatum all’esecutivo invocando unità: “O si lavora insieme o non si lavora affatto”.
La carriera politica di Junnila è costellata di affermazioni, commenti e simpatie verso gruppi e formazioni di ultradestra. Nel 2019 aveva espresso le sue convinzioni politiche nel corso di una protesta organizzata dal gruppo di estrema destra Coalition of Nationalists, noto per i suoi legami con il gruppo anti-immigrati Soldiers of Odin. Anni prima, nel 2015, durante un’altra campagna elettorale, il suo slogan “Gaz!” aveva suscitato un vespaio di polemiche dopo che era stato interpretato come un riferimento alla Seconda guerra mondiale e alle camere a gas. La scorsa settimana Junnila aveva cercato di correre ai ripari affermando di “condannare fermamente e in modo assoluto l’Olocausto, l’antisemitismo e tutti gli atti antisemiti“. Ma nelle scorse ore sono emersi altri dettagli che l’hanno inchiodato. Il deputato democristiano Paivi Rasanen per esempio ha ricordato un altro episodio del 2019, quando Junnila aveva suggerito, durante una sessione del Question time al parlamento, la promozione dell’aborto in Africa per preservare il pianeta dal cambiamento climatico.
Secondo la Yle, la tv pubblica finlandese, Junilla detiene ora il titolo di membro del governo con la carriera più breve nella politica finlandese, battendo Karl Lennart Oesch, che fu ministro per 12 giorni nel 1932.