Il superbollo rimane dov’è, almeno per ora. Questa l’indicazione venuta dalla Commissione Finanze della Camera, che ieri ha esaminato la delega di riforma fiscale approvando un emendamento che sostanzialmente consente di “valutare l’eventuale e progressivo superamento” del balzello sulle auto di grossa cilindrata, a patto che non vi siano costi aggiuntivi per le già oberate casse dello Stato.
Nello specifico, l’emendamento prevede di “riordinare le tasse automobilistiche, anche nell’ottica della razionalizzazione e semplificazione del prelievo, valutando l’eventuale e progressivo superamento dell’addizionale erariale sulla tassa automobilistica per le autovetture e gli autoveicoli destinati al trasporto promiscuo di persone e cose, aventi potenza superiore a 185 chilowatt (che equivalgono a 252 cavalli, ndr), senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica a carico del settore delle tasse automobilistiche”.
Attualmente, dunque, non ci sono soldi per finanziare un provvedimento sbandierato a più riprese negli ultimi mesi dalla maggioranza. In particolare dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che aveva definito il superbollo una “tassa odiosa”, la cui abolizione darebbe “ossigeno al mercato, sostenendo nei fatti un settore prezioso come l’automotive. Grazie all’intesa con il Mef del Ministro Giancarlo Giorgetti vogliamo abolire il superbollo auto”. Così parlava il vicepremier su Twitter l’11 maggio scorso. Proclami che ad oggi si sono infranti contro la realtà dei conti da far quadrare, visto che all’appello mancherebbero tra i 100 ed i 130 milioni di euro.
E’ utile ricordare, a questo punto, che il contributo aggiuntivo per ogni kW in più rispetto al tetto previsto di 185 è di 20 euro. E, soprattutto, che contrariamente a quanto si pensi il superbollo non interessa solo auto di lusso e grossa cilindrata. Un recente studio di Federcarrozzieri, ed esempio, mette in evidenza come ne sia “colpito” un nutrito pacchetto di modelli, molto diversi tra loro per prezzo e caratteristiche. Giusto per fare un esempio, si va dai 140 euro in più per una Toyota Yaris GR (“pepata”, ma pur sempre una citycar) ai ben 8.860 di una Ferrari Daytona SP3.
A questo punto la domanda è: l’abolizione del superbollo è definitivamente accantonata? La prossima settimana è in programma il voto per il mandato al relatore che dovrà inviare il testo all’aula del Parlamento, dopodiché la palla passerà al Governo: sarà infatti l’esecutivo a decidere le sorti dell’emendamento, il cui testo lascia nondimeno spazio a diverse strade. Il vero nodo, tuttavia, è quello della copertura economica: solo se ci sarà la volontà politica di trovarla si procederà, ma comunque difficilmente entro l’estate come voleva Salvini. Altrimenti verrà scritta la parola fine.