Un appello a fermare le violenze, preferendo invece la via del dialogo e della pacificazione. Mentre in Francia infiammano le proteste dopo la morte del giovane Nahel per mano di un agente della polizia di Nanterre, a cercare di placare gli animi arriva Kylian Mbappé Lottin.

In un lungo messaggio pubblicato sui suoi canali social, l’attaccante del Paris Saint-Germain, ha detto la sua sui violenti scontri che toccano tutte le città francesi. Dicendosi, “come tutti i francesi”, “colpito” e “scioccato” dalla morte brutale del 17enne e facendo le condoglianze alla famiglia della vittima, Mbappé ha sottolineato che non è possibile “rimanere insensibile” di fronte “alle circostanze in cui è avvenuta questa morte inaccettabile”. “Dopo questo tragico evento stiamo assistendo all’espressione di una collera popolare di cui comprendiamo le fondamenta, ma non possiamo approvarne i modi“, ha aggiunto nella nota, nella quale ha sottolineato anche la sua provenienza. Mbappé, infatti, viene da Bondy, comune nella periferia di Parigi.

“Venendo molti di noi dai quartieri popolari, capiamo anche noi questi sentimenti di dolore e tristezza – ha specificato – Ma a questa sofferenza si aggiunge quella di assistere impotenti ad un vero e proprio processo di autodistruzione“. “La violenza non risolve nulla – ha scritto ancora – tanto meno quando inevitabilmente e instancabilmente si rivolge contro chi la esprime, le loro famiglie, i propri cari e i vicini”. Rivolgendosi quindi ai manifestanti, il calciatore ha puntualizzato: “Così è la tua proprietà che distruggi, i tuoi quartieri, le tue città, i tuoi luoghi di realizzazione, di prossimità”. Per questo, “in questo contesto di estrema tensione”, ha continuato, “non non possiamo restare in silenzio“. “Le nostre coscienze da cittadini ci dicono di appellarci alla pacificazione, alla presa di coscienza e alla responsabilizzazione. Quella degli attori sociali, dei genitori dei fratelli e delle sorelle dei nostri quartieri che devono aprire al ritorno della pace nelle nostre città. Il “vivere insieme” a cui siamo attaccati è in pericolo ed è nostra responsabilità preservarlo”.

Il giocatore ha quindi suggerito che “esistono” altri modi “pacifici e costruttivi” per esprimersi, ed è su questo che “le nostre energie” dovrebbero “concentrarsi”. Il sunto del suo pensiero è racchiuso anche nell’ultima frase della nota: “Il tempo della violenza deve finire per lasciare spazio a quello del dolore, del dialogo e della ricostruzione “.

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