Due anni per falso ideologico. La procura di Firenze ha chiesto questa condanna per l’ex presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, accusato di falso ideologico nell’ambito di un’inchiesta su presunte irregolarità nelle spese sostenute nella campagna elettorale per le elezioni regionali del 2015. Stessa pena richiesta anche per il commercialista Luciano Bachi, che in qualità di mandatario elettorale raccolse i fondi a sostegno della campagna di Rossi. La sentenza è prevista il prossimo 10 novembre.
Rossi, secondo l’accusa, avrebbe indotto in errore il collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte di appello di Firenze, dichiarando di aver speso circa 59mila euro per la campagna elettorale, a seguito di contributi ricevuti per circa 70mila euro, mentre avrebbe ricevuto e speso denaro ulteriore per circa 600mila euro, non dichiarato per non superare il tetto consentito dalla legge. L’ex presidente, difeso dall’avvocato Gaetano Viciconte, era stato invece prosciolto dal gup, con la formula perché il fatto non sussiste, dall’accusa di falso ideologico per presunte irregolarità nelle dichiarazioni sulle spese elettorali presentate alla Regione Toscana.
Rossi, rinviato a giudizio nel giugno del 2021, ha sempre negato gli addebiti e in passato aveva affermato: “Secondo la procura avrei superato il tetto” delle spese elettorali, “ma la procura si riferisce alla mia attività politica di più anni e non allo stretto periodo di campagna elettorale che se ben ricordo è di 55 giorni. Quindi confido che in sede di dibattimento dimostreremo la mia correttezza”. “L’accusa di finanziamento illecito – ricordava poi l’ex governatore – è stata archiviata dagli stessi procuratori, in sede di indagine: è un’attestazione di onestà nei miei confronti”.