Chiude Forrest: il programma di Rai Radio1 condotto da Luca Bottura e Marianna Aprile non è stato rinnovato dal nuovo direttore Francesco Pionati. E proprio i due conduttori denunciano che la cancellazione è avvenuta senza comunicazione né preavviso, nonostante le loro richieste di un incontro. “Nessuno – denuncia Bottura – ha comunicato il mancato rinnovo”. Aprile aggiunge: “Ora qualcuno che non ho mai neanche potuto incontrare ha deciso che di Forrest si può fare a meno”. Il consigliere di amministrazione Rai Riccardo Laganà ha annunciato che chiederà “spiegazioni” nel prossimo Cda: “È doveroso chiarire ogni dubbio anche quando si parla di una decisione non comunicata o condivisa, per rispetto delle professionalità coinvolte”. Poco dopo il suo tweet fonti di viale Mazzini all’Ansa hanno parlato di “epilogo naturale” del programma.
Forrest, ha scritto Bottura in un lungo post, “non è stato un programma conflittuale. Non ci sono stati dibattiti infuocati. Sembravano simpatici – così scrivevano, talvolta criticandoci – anche quelli che a molti non piacciono”. “Abbiamo fatto domande, ascoltato risposte. Nel caso, facendo anche la seconda domanda. Cose banali. Abbiamo provato a fare servizio pubblico: questo. Anche con la satira, anche col montautore di dio: Enrico Bettella”, aggiunge Bottura. Che rispetto alla mancata comunicazione scrive: “Ogni calcio in culo che ho ricevuto mi ha rassodato le chiappe, vediamo se funziona anche con quelli fantasmatici. Però, conoscendo la litania, prego solo i nostri 25 ascoltatori di non credere a chi dirà che erano meno di 25, che Radio1 è tutta da rifondare, anzi: che la radio va rifondata perché perdeva ascolti“. “Personalmente, alla fine della scorsa stagione avevo ben due offerte profumate che mi avrebbero permesso di saltare dal Titan prima dell’impatto. Ho preferito l’implosione perché per me, e so che è così anche per Marianna, la Rai è la Rai. Un pò come lo Stato: sgarrupato, talvolta insostenibile, ma decisivo. E migliorabile solo attraverso atti concreti. Dacché l’unica libertà politica che ci è data è ormai quella di essere buonisti. Cioè di provare a essere almeno decenti. La mia, la nostra – conclude Bottura – è stata una Resistenza gentile con l’orgoglio di portare i galloni del servizio pubblico”.
“Sono stati due anni bellissimi, che hanno rafforzato una amicizia (perché ci hanno permesso di conoscere e accettare anche i nostri difetti e i nostri spigoli), hanno insegnato tanto (soprattutto a me), hanno cambiato per sempre il mio bioritmo da gufo ad allodola, e spero non per sempre il mio girocosce (a te, Forrest mio, ho sacrificato il tempo di qualsiasi attività fisica fosse nella mia vita prima di te)”, scrive invece Marianna Aprile in un post su Instagram. “Ora qualcuno che non ho mai neanche potuto incontrare ha deciso che di Forrest si può fare a meno. Legittimo, ma forse un surplus di eleganza ci sarebbe stato bene, e anche di assunzione di responsabilità, quella che serve per comunicare le decisioni che si prendono”, denuncia la conduttrice. Che poi conclude: “Ma va bene così. Tra le tante cose che mi ha insegnato Forrest c’è che se c’è del buono, si resiste“.
Dopo la denuncia di Bottura e Aprile, ambienti del settimo piano di Viale Mazzini hanno fatto trapelare alcune dichiarazioni all’Ansa: “In tutte le attività lavorative quando un contratto termina, o meglio arriva al suo epilogo naturale, non si può parlare di ‘chiusurà di ‘errore’. Non si può essere sempre avvocati d’ufficio raccontando mezze verità. È il caso della trasmissione Forrest su Rai Radio 1, condotta da due professionisti esterni all’azienda. Il contratto per la stagione 2023 è giunto regolarmente al termine senza chiusure forzate”. Le fonti Rai aggiungono: “Il canale radiofonico ha un nuovo direttore responsabile che, come sempre accade in tutte le testate, presenterà a fine luglio la sua linea editoriale. Ci chiediamo: ma non è per caso che questo tipo di difese soggettive vengano messe in campo per forzare e influenzare decisioni che ripetiamo sono in capo al direttore responsabile come accade ovunque?”.