“Non ne so niente, devo acquisire informazioni. Ma io sono contro ogni forma di volgarità”. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano non nasconde imbarazzo e fastidio per la vicenda di una prima del Maxxi di Roma trasformata in sagra del turpiloquio a sfondo sessuale. Vicenda avvenuta ormai il 21 di giugno ma diventata di pubblico dominio nonché un caso politico solo in queste ore, sulla scia della lettera di protesta delle dipendenti di fronte al triviale siparietto tra gli ospiti sul palco. Vale a dire il presidente della Fondazione del museo Alessandro Giuli, Vittorio Sgarbi e Morgan. Si parla di organi e prestazioni sessuali anziché del palinsesto del Museo Nazionale di Arte, architettura e sviluppo, noto a livello internazionale. I video dell’evento, per quanto tagliati, sono imbarazzanti e monta la polemica. Le opposizioni insorgono, chiedono al ministro di riferire in aula.

Sangiuliano è spiazzato ma ha subito capito, da uomo di comunicazione, che la vicenda non può che rotolargli tra le mani, e forse valuta se sia meglio che rotoli la testa del direttore Giuli. Solo che lo ha scelto lui stesso: la nomina è stata proprio uno dei primi atti firmati da ministro. Difficile uscirne bene. In ogni caso Sangiuliano parlando al Fatto prende le distanze.

“Sono contro ogni forma di volgarità. Sa come mi comporto io, conosce il mio stile. A me le volgarità non piacciono, mi piace occuparmi del treno Roma-Pompei che abbiamo inaugurato, dei fondi che abbiamo sbloccato, di restauri di chiese e tante cose che abbiamo fatto”. Punto. Che sia sincero non c’è dubbio, conseguente chissà.

Pochi giorni prima Sangiuliano aveva pubblicato il suo ultimo articolo da giornalista: “Benedetto Croce protagonista, del «risveglio» della cultura italia”. Intanto, fuori, impazza la polemica politica.

“Sono gravi e volgari le battutacce sessiste pronunciate da Sgarbi all’inaugurazione dell’estate al Maxxi, ma ancora più grave è la reazione di Alessandro Giuli, Presidente della Fondazione, che – a quanto riferisce la stampa – di fronte alla garbata e riservata lettera di protesta di 49 dipendenti, una quarantina dei quali donne, ha pensato bene di usare toni intimidatori nel corso di incontri singoli che si sono svolti nel corso di una giornata. Chiediamo al ministro Sangiuliano di venire a riferire in Aula”. Così dichiarano in una nota congiunta i componenti delle commissioni Cultura di Camera e Senato riferendosi agli incontri richiesti dal direttore Giuli che al posto (o insieme) alle scuse avrebbero avuto lo scopo di far rientrare la protestata con pronta ritrattazione da parte di chi ha firmato la lettera.

“Chiediamo – si legge nella nota – al ministro Sangiuliano di venire a riferire in Aula e di spiegare le ragioni per cui un’istituzione culturale importante come il Maxxi possa essere oggetto di una deriva degradante come questa e se ritenga possibile che, di fronte al legittimo sconcerto dei dipendenti, il presidente reagisca con un atteggiamento non in linea con il ruolo che è chiamato a svolgere”. “Riteniamo inaccettabile – concludono – la condizione di timore e soggezione nella quale sono state poste tutte le persone, prevalentemente donne, che da portatrici di una legittima richiesta di attenzione su un tema importante, non solo non sono state tutelate ma, sembrerebbe, intimorite”.

“Insulti, machismo e violenza verbale al Maxxi. Non si può accettare da nessuno, men che meno da chi rappresenta le istituzioni italiane. Sgarbi si vergogni e si dimetta subito. Presidente Meloni ha nulla da dire?”. Così su Twitter Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra. “Che vergogna. Altro che cultura di destra. Peccato, pensavo Giuli fosse una persona educata. Povera Patria”. Lo scrive su twitter il leader di Azione Carlo Calenda, commentando il video di Vittorio Sgarbi all’Inaugurazione dell’Estate al Museo Maxxi di Roma.

In serata attiva una nota di solidarietà al presidente “delle dipendenti e dei dipendenti”, che lo stesso Guidi segnala per la “strumentalizzazione mediatica e politica di una lettera riservata e personale in cui si esprimeva una
riflessione collettiva”. “Alla lettera – spiegano in una nota – è seguita con immediatezza la risposta del presidente, con l’invito a un incontro importante e significativo”. Quanto la nota sia spontanea e quanto frutto degli incontri citati, non è dato sapere.

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