Perché un giovane di 28 anni che aveva passato una bella serata con gli amici e stava rientrando a casa sarebbe entrato in un palazzo dove non conosceva nessuno per lanciarsi dal quarto piano? C’è questa ma anche altre domande che la famiglia di Eduardo Granato, 28 anni, pizzaiolo, pone per capire cosa sia successo la sera del 25 gennaio scorso. In un primo momento si era pensato a un suicidio, ma nessun elemento è emerso dall’audizione delle persone che lo conoscevano: il giovane aveva un lavoro in una prestigiosa pizzeria, era fidanzato e a detta di chi lo conosceva sereno. La procura di Napoli – come riporta Il Mattino – vuole capire se la morte del pizzaiolo è stata volontaria oppure c’è altro. Le indagini sono condotte dalla Squadra Mobile.

Molti i punti oscuri. Il 28enne viene accompagnato da un amico, dopo una serata conviviale, verso casa. Granato saluta l’amico per fare un pezzo di strada a piedi: sembra tranquillo e ha bevuto solo una birra e uno spritz. Eppure a casa non ci arriva. Il suo corpo è stato ritrovato nel cortile di uno stabile lontano da casa sua, dove nessuno lo conosceva. Come ha fatto a entrare? Perché era nel cortile di uno stabile estraneo? I residenti, sentiti dagli investigatori, non conoscevano il 28enne. Le sorelle del giovane non hanno mai creduto all’ipotesi del gesto volontario e ritengono che Granato possa essere stato vittima di un’aggressione. E, chi lo conosceva, sottolinea che non c’era alcun motivo per cui potesse decidere di togliersi la vita. La famiglia ora ha incaricato un legale per poter arrivare a svelare il mistero.

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