Il governo tedesco dovrà intervenire per salvare la Bundesbank. È l’allarme lanciato nei giorni scorsi dal Wirtschaftswoche, rivista economica del gruppo Handelsblatt, che cita un rapporto della Corte dei conti di marzo. La banca centrale tedesca infatti andrà incontro a grosse perdite per via della politica sui tassi d’interesse portata avanti dalla Bce. Secondo il settimanale, sarà necessaria una ricapitalizzazione da parte di Berlino, quindi pagata con i soldi dei contribuenti tedeschi. La notizia, riportata anche dal Financial Times e dal Telegraph, è stata però smentita dalla stessa Bundesbank: “Non è necessaria alcuna ricapitalizzazione”. E anche il ministero delle Finanze tedesco ha affermato di avere una “valutazione diversa” rispetto alla Corte dei Conti sulla situazione della propria banca centrale.
La Bundesbank e il suo presidente Joachim Nagel quindi negano la possibilità che all’orizzonte ci sia un “salvataggio” statale, ma confermano le difficoltà: le riserve finanziarie saranno probabilmente ancora sufficienti per il 2023, poi le perdite porteranno probabilmente a una passività dell’istituto. Qual è la ragione? Negli anni del quantitative easing la Bundesbank, seguendo la politica monetaria della Bce, ha acquistato obbligazioni a bassi tassi d’interesse, che quindi oggi sono poche remunerative per la banca centrale tedesca. L’improvviso cambio di politica dell’Eurotower, che sta continuando ad alzare i tassi per contrastare l’inflazione, porta ora la banca centrale tedesca (come tutte le altre) a pagare interessi più alti alle banche commerciali sui loro depositi, mentre appunto i portafogli obbligazionari producono solo tassi di interesse bassi.
La Corte dei conti tedesca non è autorizzata a commentare ufficialmente il suo avvertimento, perché il rapporto si basa su dati della Bundesbank classificati come riservati. Tuttavia, secondo quanto riportato dal settimanale Wirtschaftswoche, i revisori contabili di Bonn si sono lamentati del fatto che la Germania negli anni scorsi non abbia contrasto abbastanza duramente la politica di acquisto dei titoli di Stato decisa dalla Bce, sotto la guida di Mario Draghi. Tra l’altro, era stata la Corte costituzionale a ordinare al governo di intervenire per tutelare gli interessi della Germania. Il rapporto della Corte dei conti, stando al resoconto che ne fa il Wirtschaftswoche, avverte appunto che il governo federale potrebbe dover intervenire per ripianare le future perdite della Bundesbank.
La banca centrale tedesca ha confermato il suo bilancio sarà probabilmente pesantemente gravato in futuro dal rapido e forte aumento dei tassi di interesse, ma ha respinto l’ipotesi di una ricapitalizzazione da parte del governo federale. Infatti, secondo l’istituto le nuove perdite saranno poi ricompensate da profitti futuri. Il bilancio della Bundesbank è solido, possiede una notevole quantità di fondi propri, comprese le riserve valutarie. La banca tedesca era già andata in rosso per sette anni negli anni ’70, quando dovette svalutare pesantemente le sue disponibilità in valuta estera dopo il crollo del sistema dei tassi di cambio fissi. Tuttavia, allora la Bundesbank fu in grado di compensare queste perdite con profitti successivi.