L’avevano sognato per mesi. Invece il progetto si è infranto a Milano. Il camper è stato rubato. Si sono allontanati per meno di cinque ore ed è sparito nel nulla
Si immaginavano così: a bordo del loro camper in giro sulle strade di tutta l’Europa che si affaccia sul Mediterraneo. L’avevano sognato per mesi. Invece il progetto si è infranto a Milano. Il camper è stato rubato. Si sono allontanati per meno di cinque ore ed è sparito nel nulla. Ma non è solo il furto che ha turbato Kenan Turker, un turista turco in viaggio con la moglie e il figlio di 7 anni. “Qui abbiamo incontrato solo indifferenza. Non torneremo mai più”, ha raccontato a Repubblica.
Il suo resoconto è attendibile. Perché si sovrappone a quel che accade, molto molto spesso, a chi si ritrova in una situazione simile. Il mezzo, che sia un’auto, una moto, un caravan, viene rubato e ci si attende subito una mobilitazione delle forze dell’ordine per cercarlo. Ci si aspetta che qualcuno intervenga prontamente, anche perché oggi la tecnologia offre qualche chance per le ricerche. Invece nulla. C’è solo la fredda burocrazia della denuncia e magari un’attesa di ore nella sala d’attesa di un commissariato per poterla presentare.
E’ andata proprio così. E ora Turker commenta con amarezza: “Siamo rimasti sorpresi e rattristati dall’insensibilità trovata in Italia. Milano è bella, ma non ci aspettavamo tanta indifferenza”. Amplificata dalle difficoltà di comunicazione. Perché il turista l’inglese lo sa, eccome: “Ma nessuno dei nostri interlocutori lo parlava”. E così Turker riparte dall’inizio. “L’idea. racconta ora – era quella di percorrere le coste di Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Grecia, per poi rientrare in Turchia tra circa due mesi e mezzo: lo progettavamo da una vita. Poi a Milano ci hanno rubato il camper“.
A Milano in corso XXII Marzo la brutta sorpresa. “La sera del 24 giugno – prosegue il racconto siamo arrivati in città e con una app abbiamo individuato un punto in cui parcheggiare nei pressi del parco Formentano, zona corso XXII marzo. Abbiamo trascorso lì la notte, e la mattina dopo ci siamo allontanati intorno alle 10 per fare un giro”. I predoni di camper sono però evidentemente a conoscenza di queste indicazioni. E’ facile immaginare che per loro chiavi e antifurto non costituiscano ostacoli insormontabili. Così entrano in azione: “Quando siamo tornati al parcheggio – prosegue Turker – intorno alle 15, però, il camper non c’era più. Non credevamo ai nostri occhi, eravamo scioccati e disorientati. Ho capito subito che era stato rubato”. La prima reazione è lo choc: “Con quel camper sono stati rubati i nostri risparmi, le nostre fatiche e i nostri sogni. Ma io e mia moglie siamo rimasti sorpresi e rattristati anche dall’indifferenza e dall’insensibilità trovate in Italia”, racconta ancora il turista a Repubblica.
Qualcuno suggerisce di chiamare subito il numero di emergenza. Non è facile, soprattutto per chi è straniero e non ha dimestichezza. Le telefonate rimbalzano da un operatore all’altro, la linea cade, bisogna ricominciare ogni volta da capo. Quando non si sa comunicare in italiano, le difficoltà sembrano insormontabili: “Forse mi hanno riattaccato in faccia, non ho capito. Credevo comunque che qualcuno si sarebbe presentato sul posto, ma purtroppo non si è visto nessuno”. Svanita la convinzione che qualcuno sarebbe intervenuto sollecitamente, Turker e i suoi si dirigono verso un commissariato. Ancora una volta, la scena è quella che attende le tante persone in attesa di fare una denuncia: “Ci hanno detto che non era possibile farci entrare subito perché erano impegnati e c’era già troppa gente all’interno. Ci hanno chiesto di aspettare circa tre ore sul marciapiede, in una giornata molto calda“.
A quel punto i Turker decidono di dormire in hotel. Hanno anche una bambina piccola con loro, non possono sottoporla a tanta attesa. Il giorno dopo però non si risolve nulla: “Non c’era nessuno che parlasse inglese, abbiamo usato Google Translate per comunicare. Dopo un’attesa di 45 minuti ci hanno confermato per l’ennesima volta che il camper non era stato rimosso e hanno detto che non erano vicini a ritrovarlo”. Proprio così: “Sembrava non esserci speranza di ritrovare il camper, nessuno ha cercato di rassicurarci”.Eventi del genere finiscono purtroppo per minare anche l’idea che un visitatore ha del Paese che lo ospita: “Siamo appassionati di storia dell’antica Roma – è la conclusione di Turker – abbiamo letto libri e visto documentari sul tema, ma ora la nostra opinione sulla vostra civiltà è cambiata, purtroppo. Proviamo tristezza e rabbia”.