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Alessandra De Michelis: “Se non avessi una quarta di reggiseno e non avessi il sedere che ho, non mi avrebbero sospesa dalla professione”

A pochi giorni dalla pubblicazione delle motivazioni, contenute in ben cinquanta pagine, la De Michelis ha deciso di uscire allo scoperto: è pronta a fare ricorso e a difenderla sarà il professor Carlo Taormina

“Se non avessi una quarta di reggiseno e non avessi il sedere che ho, andrebbe tutto bene? A una che ha una prima non le avrebbero dato 15 mesi?”. È un fiume in piena Alessandra De Michelis, l’avvocato-influencer tra i protagonisti dell’ultima edizione di Pechino Express, sospesa dalla professione per 15 mesi dal Consiglio distrettuale di disciplina dell’Ordine di Torino. “Colpa” di Dc Legalshow, la pagina social nella quale la legale torinese raccontava il lato glamour della sua vita, tra abiti firmati, ristoranti alla moda, borse griffate e foto audaci che, secondo il consiglio degli avvocati, avrebbero “gravemente compromesso l’immagine della professione forense”. A pochi giorni dalla pubblicazione delle motivazioni, contenute in ben cinquanta pagine, la De Michelis ha deciso di uscire allo scoperto: è pronta a fare ricorso e a difenderla sarà il professor Carlo Taormina, docente di Procedura penale ed ex sottosegretario al ministero dell’Interno, che subito bolla come “antiquate e oscurantiste, lontane mille miglia dai social network e dalla Costituzione repubblicana”, le regole deontologiche dell’ordine degli avvocati.

Il super avvocato spiega la strategia sua e della sua assistita perché, osserva Taormina al Corriere della Sera, “il provvedimento del consiglio distrettuale di disciplina fa un ragionamento generico, massificato, senza dire il perché si arriva a 15 mesi di sospensione”. Per Taormina, la De Michelis non avrebbe dovuto essere sanzionata e va giù duro citando i casi di altri legali: “Per dire come vanno le cose: a Roma, un avvocato si faceva pagare dai clienti in cocaina, prese una censura e dieci giorni dopo me lo ritrovai in un’aula. Un altro, arrestato, due mesi di sospensione”. Quanto agli scatti definiti inadeguati, tira dritto: “Ma nessuno coglie l’effetto satirico e ironico di certe foto? Se io la sera voglio celiare, o fare burlesque? Ma stiamo a scherzare? Possiamo discutere il gusto, non i principi”. E giù un altro carico da novanta: “Cicciolina è stata una deputata del Parlamento, e fuori faceva la pornostar; Berlusconi era presidente del Consiglio e di sera faceva il bunga bunga”. Insomma, per Taormina bisogna tirare una riga netta tra attività professionale e vita privata e rivedere le regole “nel mondo governato dai social”.

Quanto alla De Michelis, è tornata a sfogarsi a più riprese sui social, sia contro i giornalisti (“vi denuncio se scrivete cose inesatte: io sono ancora avvocato e lo sarò per sempre”, ha detto in una diretta da Saint Tropez), sia contro gli hater. Quanto al procedimento nei suoi confronti, attacca: “Trovo assurdo che mi abbiano fatto un disciplinare per delle foto pubblicate su Instagram”. E precisa che il primo esposto le è stato fatto “quando non era stata pubblicata alcuna foto sconveniente. Quelle furono la risposta alla gogna mediatica e l’esposto del consiglio. Le condotte sono state gravissimamente lesive dei doveri di dignità e decoro, scrivono i giudici: avere aperto una pagina Instagram e aver postato delle foto vestita con tailleur e con borse griffate? Perché, ripeto, le foto cosiddette sexy non c’erano”. Restano comunque agli atti le foto hot, come quella in cui appare in ginocchio sotto al tavolo del collega: “Sa cos’ha detto il professor Carlo Taormina quando l’ha vista: è chiaramente ironica e goliardica”. Infine, torna all’attacco: “Hanno scritto ‘generosa esposizione delle forme’: se non avessi una quarta di reggiseno e non avessi il sedere che ho, andrebbe tutto bene? A una che ha una prima non le avrebbero dato 15 mesi?”.