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Francia, tensioni in calo. Raccolti un milione di euro per l’agente che ha ucciso il 17enne Nahel

Prima notte di calma dopo cinque giorni di scontri e proteste in Francia per l’uccisione da parte della polizia del 17enne Nahel a Nanterre. In campo erano schierati 45mila agenti, tra gendarmi e poliziotti, e hanno arrestato 157 persone nelle principali città francesi: secondo i dati del Ministero dell’Interno ci sono stati 352 incendi nelle strade, 297 veicoli sono stati bruciati e 34 edifici sono stati danneggiati. Tra le vittime è stato segnalato anche un vigile del fuoco 24enne, morto mentre cercava di domare un incendio: la notizia è stata diffusa dallo stesso ministro dell’Interno, ma al momento non c’è conferma sulla relazione con gli scontri di queste ore. In mattinata, inoltre, si è consegnato il terzo occupante dell’auto guidata dal ragazzo ammazzato ed è stato interrogato dalla polizia. Il giovane, che si era dato alla fuga subito dopo l’incidente, ha già affidato ai social la sua versione dei fatti, in alcuni particolari diversa dalle ricostruzioni della polizia.

Uno dei fenomeni segnalati nelle ultime ore è quello di gruppi di estrema destra che sono scesi in piazza minacciando i manifestanti. Un gruppo è stato avvistato ieri sera a Lione, ma è stato respinto subito dalla polizia che ha disperso l’inizio di corteo – nel quale sono state notate mazze da baseball e saluti romani da parte dei giovani – utilizzando gas lacrimogeni. Secondo la prefettura, i giovani “tentavano un’operazione di comunicazione davanti al municipio”. Il quotidiano locale, Le Progrès, riferisce che “il gruppo di destra Les Remparts, venuto dalla città vecchia, è stato disperso con i lacrimogeni”. Vari video sui social mostrano i giovani mentre gridano slogan come “Siamo a casa nostra” e “La Francia ai francesi”. Nei giorni scorsi, secondo un deputato de La France Insoumise, Thomas Porte, analoghe manifestazioni sono state registrate ad Angers e Chambéry. Ad Angers, in particolare, la procura ha aperto un’inchiesta sul gruppo che è stato ripreso in un video in un’accesa discussione con manifestanti per la morte di Nahel. In contemporanea, sta facendo scalpore in Francia la raccolta fondi per l’agente di polizia accusato di aver ucciso il 17enne: oggi ha superato il milione di euro. “Sostegno alla famiglia dell’agente di polizia di Nanterre Florian M, che ha fatto il suo lavoro e ora sta pagando un prezzo pesante”, si legge nella descrizione della raccolta lanciata sulla piattaforma online GoFundMe. E proprio la piattaforma è stata messa sotto accusa perché ha deciso di non togliere la raccolta fondi perché “in linea” con le richieste.

Nel frattempo, a mezzogiorno è stato convocato un presidio dai sindaci di Francia davanti ai municipi delle città per denunciare l’ondata di violenze urbane. L’Associazione dei sindaci di Francia (AMF) ha invitato la popolazione a “una mobilitazione civica dei cittadini per un ritorno all’ordine repubblicano” a qualche ora dal violento attacco contro la casa del sindaco di Hay-les-Roses, a sud di Parigi, con un’auto-ariete. Sono rimasti feriti, nella fuga, la moglie e uno dei figli del sindaco. Gli autori del gesto sono ricercati nell’ambito di un’inchiesta per tentato omicidio. “Grazie di essere venuti a testimoniare il vostro sostegno alle migliaia di politici locali”: dopo aver ricevuto molti applausi, il sindaco di Hay-les-Roses, Vincent Jeanbrun ha ringraziato centinaia di persone giunte a sostenerlo. “E’ la democrazia stessa ad essere attaccata – ha proseguito – noi sindaci siamo attaccati, i professori sono aggrediti, le forze dell’ordine e di sicurezza sono prese a bersaglio, anche i nostri medici o i nostri postini non entrano più in certi quartieri. Riprendiamo la parola affinché la maggioranza fin qui silenziosa possa parlare e dire: adesso basta!”.

Oggi il presidente Emmanuel Macron riceverà all’Eliseo i presidenti dell’Assemblea nazionale Yael Braun-Pivet e del Senato Gérard Larcher, mentre domani incontrerà i sindaci colpiti dai disordini. ”Il presidente ha anche chiesto alla prima ministra Elisabeth Borne di ricevere oggi i presidenti dei gruppi politici in Parlamento”, ha aggiunto la stessa fonte governativa. Le Figaro scrive che durante questo incontro sono state fissate tre priorità: prima il ritorno all’ordine, poi il sostegno del governo a poliziotti, gendarmi, vigili del fuoco, magistrati e funzionari eletti. Infine, la mobilitazione delle forze politiche del Paese. La ministra dello Sport Amélie Oudéa-Castera ha annunciato che il dispositivo di sicurezza intorno alle infrastrutture dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 è stata “leggermente rafforzata”.

In generale, ha fatto sapere il ministro dell’Interno Gérald Darmanin, sono circa 3.200 i fermi scattati in Francia da quando sono esplosi proteste e disordini. I dati, riportano i media francesi, si riferiscono al periodo tra il 27 giugno e domenica scorsa, a cinque notti di disordini. Secondo il ministro delle circa 3.200 persone fermate “un 60%” non avevano precedenti, “non erano note ai servizi di polizia” e “non erano mai state oggetto di un controllo”. L’età media è di “17 anni”, ma ci sono anche minori di “12 o 13 anni” ritenuti collegati a incendi, attacchi contro le forze dell’ordine o le istituzioni. Darmanin è tornato a insistere sulla “responsabilità dei genitori, delle famiglie”. Nelle cinque notti di proteste, secondo il ministero dell’Interno si contano 5.000 auto e veicoli incendiati, circa mille edifici distrutti dalle fiamme o danneggiati, 250 attacchi contro commissariati o posti della Gendarmeria e più di 700 feriti tra le forze dell’ordine. Il dispositivo di sicurezza degli ultimi giorni ha comportato il dispiegamento di 45.000 unità delle forze dell’ordine, tra Polizia e Gendarmeria.