Aveva 37 anni ed era una delle giovani scrittrici più in vista nel suo Paese. Dallo scorso anno aveva iniziato a documentare l’invasione delle forze russe, a lavorare con i bambini vicino alle zone del fronte e aveva recuperato il diario dello scrittore per bambini Volodymyr Vakulenko, rapito e ucciso dalle forze russe a Izyum poco dopo l’inizio della guerra. Ma la scrittrice ucraina Victoria Amelina è morta il 1° luglio, vittima del bombardamento russo avvenuto a Kramatorsk lo scorso 27 giugno. Stava cenando in un famoso ristorante della città del Donetsk, a circa 55 chilometri dalla linea del fronte e Bakhmut, con una delegazione di scrittori e giornalisti colombiani quando le forze russe hanno lanciato due missili Iskander sulla città, colpendo un famoso ristorante del centro. Nell’attacco sono state uccise 12 persone e altre 60 sono rimaste ferite.

Medici e paramedici a Kramatorsk e Dnipro hanno fatto tutto il possibile per salvarle la vita, ma le ferite sono state fatali”, si legge nella dichiarazione dell’associazione degli scrittori dell’Ucraina (Pen). Victoria Amelina era nata il 1 gennaio 1986 a Leopoli e nel 2022 aveva fondato due festival letterari a Nju Jork e a Kramatorsk. Mentre era ancora a scuola, si è trasferita in Canada con suo padre, ma presto ha deciso di tornare in Ucraina. Nel 2007 si era laureata presso il Politecnico di Lviv con un master. Ha pubblicato il suo primo romanzo, The November Syndrom, o Homo Compatiens, nel 2014. La scorsa primavera, Amelina ha deciso di lavorare per denunciare crimini di guerra e si è unita all’organizzazione per i diritti umani Truth Hounds. A ricordarla anche il premier spagnolo Pedro Sanchez, che nella conferenza stampa congiunta con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, al termine della riunione del collegio dei commissari Ue a Madrid, primo atto della presidenza di turno della Spagna, ha detto: “Voglio ricordare la scrittrice Victoria, ha cambiato la sua vita ed è morta per le ferite riportate in un bombardamento”.

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