Arrivano le prime condanne per il deragliamento del Frecciarossa 9595 Milano-Salerno, avvenuto il 6 febbraio 2020 nel Basso Lodigiano. A due operai addetti alla manutenzione e dipendenti di Rete ferroviaria italiana è stata inflitta, al termine del processo con rito abbreviato, una condanna a 3 anni di reclusione. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Lodi, Francesco Salerno, ha invece assolto il loro istruttore. Lo scorso marzo la procura aveva chiesto la condanna di tutti e tre a pene comprese tra 3 anni e 3 anni e sei mesi.
Il gup ha anche rinviato a giudizio altri 5 imputati che hanno scelto il rito ordinario e affronteranno il dibattimento con accuse che vanno, a vario titolo, dal concorso in omicidio plurimo colposo e disastro ferroviario. Nell’incidente la carrozza di testa si era sganciata dal resto del convoglio e aveva finito la sua corsa su un binario morto, ribaltandosi e provocando la morte dei due macchinisti Mario Dicuonzo e Giuseppe Cicciù. Dieci delle 32 persone a bordo avevano riportato lesioni gravi.
Poche ore prima del deragliamento i due operai condannati, secondo la ricostruzione delle indagini coordinate dall’allora procuratore di Lodi Domenico Chiaro, installarono sullo scambio numero 5 del Posto movimento Livraga un attuatore prodotto un anno e mezzo prima da Alstom Ferroviaria a Firenze e che si era rivelato difettoso: era stata accertata un’inversione dei fili numero 16 e 18 nel cablaggio interno. Per questo sono stati rinviati a giudizio, in ambito Alstom, l’operaio interinale che si ritiene effettuò il cablaggio errato e l’operatore del banco di collaudo che firmò la scheda attestante la regolarità del prodotto, oltre a due quadri ritenuti responsabili dei processi di progettazione e di produzione di quel tipo di componenti.
Sul fronte di Rfi è stato invece rinviato a giudizio un funzionario che risulta avesse la responsabilità di sovrintendere ai protocolli delle procedure di manutenzione degli scambi, nei quali secondo l’accusa quel tipo di difetto non era stato previsto. Il processo si aprirà il prossimo 9 gennaio davanti al tribunale a Lodi. Oggi erano presenti in aula alcuni parenti dei due macchinisti tra cui le due vedove. Il sindacato Filt Cgil Lombardia resta costituito parte civile (ma non nei confronti degli operai) a tutela dell’interesse diffuso della sicurezza dei trasporti.