Una speleologa è rimasta bloccata nella grotta Bueno Fonteno a 150 metri di profondità in provincia di Bergamo e da domenica sera il Soccorso Alpino sta tentando di riportarla in superficie, tra non poche difficoltà. Nel pomeriggio di lunedì, nonostante l’intervento di numerose squadre da tutto il Nord Italia, i soccorritori non si sbilanciano sui tempi del recupero. L’intervento infatti viene definito “complesso” a causa della morfologia del tratto dove la donna, che ha una gamba rotta, è bloccata. Un tratto che è “ancora in esplorazione”.

A dare l’allarme sono stati i colleghi della donna – di 31 anni – che si trovavano con lei. I soccorsi sono scattato domenica pomeriggio dopo che uno dei compagni della donna era uscito dalla grotta, dove i cellulari non hanno campo, e ha raggiunto l’abitato di Fonteno per chiedere aiuto. A supporto del Soccorso alpino lombardo sono intervenute le delegazioni di Veneto e Trentino e sul posto sono attesi anche i tecnici di Piemonte, Emilia Romagna e Alto Adige.

Al momento – spiega il Soccorso Alpino – non è ancora possibile fare una stima precisa dei tempi necessari per completare l’operazione: gli interventi di soccorso in grotta, per via di una serie di fattori – tra cui la conformazione più o meno complessa del percorso – richiedono parecchie ore d’impegno e ricambi di squadre. All’interno sono presenti due medici del Soccorso Alpino e Speleologico specializzati nel soccorso in grotta e altri sanitari stanno arrivando sul posto, per garantire assistenza sanitaria alla speleologa infortunata.

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