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“I ragazzini sentono i testi maschilisti della trap e pensano ‘le donne sono tutte putta**” ma dall’altro lato ci sono artiste consapevoli di una nuova femminilità”: così Francesca Michielin

La cantautrice si è raccontata in una lunga intervista al Corriere della Sera

A 16 anni la vittoria di X Factor, il talent che si prepara a condurre per la seconda volta, a settembre: “(…) Esteticamente non ero niente di che, non stavo dritta con la schiena, non mi truccavo, mi vestivo normalmente: mi feriva sentirmi ripetere quanto fossi bruttina e goffa. Anche questa è mentalità provinciale: ti devono mettere in un gruppo per definire la tua identità. E io non stavo né con i fan dei Tokio Hotel, né con i truzzi: ero in mezzo e ascoltavo i Jefferson Airplane. Quella vittoria fu una conquista perché non era legata all’estetica: il pubblico aveva capito che c’era qualcosa. Oggi, anche se non è vero, mi dicono che sono figa…”. Così Francesca Michielin in una luna intervista rilasciata al Corriere della sera, in vista del tour che parte il 9 luglio e dei prossimi impegni.

Un salto indietro nel tempo a Bassano, dove è tornata a vivere e dove da piccola frequentava “un centro laico legato ai missionari scalabriniani e alle attività partecipavano filippini, nigeriani, brasiliani. I miei genitori volevano che non mi ghettizzassi e crescessi senza pregiudizi ma qualcuno non mandava i propri figli proprio per questa multiculturalità. Questo è il lato meno bello della provincia in cui spesso si incontra chi percepisce la società come fatta da persone di un solo tipo”. Poi un punto che a Michielin sta molto a cuore: “(…) Alle persone non va giù che una donna possa avere più interessi. Quando scrivono “pensa a cantare” sotto a un post su un tema sociale lo vivo come un insulto pari a “vai a pulire i piatti”. Sui social sono stata subissata di hating e insulti sessisti per sei mesi per aver sbagliato la definizione di una tecnica bassistica”. E da qui alla domanda sul maschilismo nel settore della musica il passo è breve: “Siamo in una fase complessa. La narrazione che si fa delle donne è ferma e la narrazione che fanno le donne di se stesse è avanti. Da un lato sono in voga i testi maschilisti della trap. I ragazzini sentono queste cose e finiscono per dire ‘le donne sono tutte puttane’. Allo stesso tempo ci sono artiste consapevoli di una nuova e diversa e femminilità, non quella della ragazza che canta bene e basta, che rivendicano la propria complessità e finiscono per stare antipatiche perché secondo qualcuno non dovrebbero pensare di poter discutere con i politici, come ad esempio fa Elodie”.