L’auto è sempre più malata di obesità: come dare torto ai giovani ‘SUV-versivi’
I giovani ambientalisti non sono più quelli di una volta. Cinquantatré anni fa, durante la prima Giornata della Terra del 22 aprile, 20 milioni di americani scesero in piazza chiedendo un’azione immediata per un problema urgente di salute pubblica: l’inquinamento ambientale. “Una malattia ha contagiato il nostro Paese” avvertivano i giovani dirigenti del comitato organizzativo. “I deboli stanno già morendo. Lo smog ha contagiato perfino il Yosemite Park, ha scaricato immondizia nel fiume Hudson, ha spruzzato il Ddt sul nostro cibo e ha lasciato le nostre città in rovina. Il suo artefice è l’uomo”. Quei giovani ascoltavano Randy Newman cantare Burn on: un brano magico, malinconico, sardonico sul fiume Cuyahoga che aveva perfino preso fuoco a Cleveland perché carico di rifiuti petroliferi.
Nel 1990, la condivisione di quella giornata a livello mondiale mobilizzò 200 milioni di persone al suono di Earth Day Every Day, un brano non proprio memorabile che John Denver aveva inserito nel suo album Earth Day. E l’iniziativa fu santificata dalle massime autorità nazionali e internazionali. L’ambientalismo era diventato un patrimonio comune, sia di sinistra sia di destra, capace di unire John Denver e Johnny Cash che nel 1974 cantava Don’t Go Near The Water.
Da allora qualcosa è stato fatto, soprattutto sotto la spinta delle istituzioni internazionali. Ma non molto. Nella maggioranza dei casi si è trattato di sottoprodotti, abbellimenti, cascami o benefici residuali del reale obiettivo: sviluppare l’economia di mercato, la crescita monetaria, l’espansione finanziaria. Nonostante che il poco che si è fatto e si farà sia oggetto di una ossessiva propaganda mediatica, le nuove generazioni percepiscono l’assoluta deriva resa evidente dal rapido esordio del cambiamento climatico e dal declino della qualità della vita, soprattutto su scala metropolitana. Con un bisticcio: si tratta di una qualità enormemente migliorata nel secolo scorso assieme e in virtù dell’inquinamento planetario.
Qualche giovane, più consapevole ma anche più focoso, si sfoga oggi con azioni dimostrative d’ispirazione un po’ anarchica, imbrattando i monumenti. Si spera con esiti facilmente reversibili, giacché i monumenti sono un fondamentale patrimonio culturale e una eredità storica irrinunciabile. Ma, per la mia veneranda età musicale, poco capisco dei brani ambientalisti della contemporaneità. E faccio fatica a seguirli.
Molti giovani, ancorati alla realtà metropolitana piuttosto che all’utopia, pensano che la transizione ecologica della mobilità sia uno slogan commerciale piuttosto che un’azione reale a favore dell’ambiente. Mentre vengono introdotte drastiche regole per indirizzare la motoristica e incentivare la rottamazione del parco veicolare tradizionale, nulla si fa per limitare i due fattori maggiormente inquinanti della mobilità: la velocità e la autobesità.
Per contrastare la prima, i giovani ambientalisti non hanno ancora inventato pacifiche azioni dimostrative in grado di spiegare all’opinione pubblica che limiti seri —per esempio, 90 chilometri all’ora per i veicoli leggeri e 60 per quelli pesanti in autostrada — avrebbero subito un enorme impatto positivo sull’ambiente, di gran lunga superiore a quello della lenta e dubbia evoluzione tecnologica.
Per contrastare la seconda, hanno scoperto una fastidiosa ma efficace azione dimostrativa. In tutta Europa e negli Usa sono entrati in azione i Tyre Extinguishers, gli sgonfiatori di pneumatici, nome che richiama gli estintori. Sono giovani ambientalisti che lottano contro l’inquinamento metropolitano, sgonfiando le gomme dei Suv. Il movimento è nato in Gran Bretagna dove, a Edimburgo, in sette mesi i “SUVversivi” hanno sgonfiato le gomme di diecimila Suv. E si è presto diffuso in Europa, anche a Milano e Bologna, e oltre atlantico, da Boston a Vancouver, from the east unto the west secondo la lezione di un premio Nobel. Questi giovani considerano i Suv disastrosi per il clima, la salute, la sicurezza pubblica, il paesaggio urbano, la civile convivenza. Un modello veicolare ad alto consumo di spazio cittadino e di carburante fossile che copre quasi la metà del mercato automobilistico globale. Non proprio un archetipo di consapevolezza ambientale che ha triplicato le emissioni negli ultimi dieci anni.
Sull’impatto di questa tendenza i giovani SUVversivi non hanno torto. L’obesità veicolare, che ha colpito anche il trasporto pesante con il favore delle normative europee e statunitensi, si è trasformata in una iattura. Nel 1969, l’auto europea più venduta era stata la Fiat 128, un capolavoro di tecnica, stile ed economia che fece scuola. Aveva una impronta di 6,1 metri quadrati e un ingombro di 8,2 metri cubi, consumava 6,8 litri di benzina “normale” ogni cento chilometri e pesava 750 chilogrammi. Nei primi tre mesi del 2023, l’auto più venduta è stata la bellissima Tesla Model Y, con una impronta di 9,1 metri quadrati, un ingombro di 14,8 metri cubi, 1.995 chilogrammi di peso. In cinquant’anni, l’auto europea occupa molto ma molto più spazio pubblico, più o meno inalterato dal 1969 se non diminuito come in molte città italiane che ne hanno privatizzato una parte consistente. E, soprattutto, l’auto è malata di obesità, ingrassata del 166 percento.
Qualche effetto positivo i SUVversivi lo hanno ottenuto, ancorché minimo. Ma hanno spezzato un tabù. Il sindaco di Lione ha deciso di far pagare più salata la sosta alle auto di grossa cilindrata. Il consiglio comunale di Parigi ha votato a favore di una risoluzione analoga che dovrebbe entrare in vigore nei primi giorni del 2024. Nel contempo, le gesta dei SUVversivi hanno alimentato le vendite dei mini-compressori a batteria, in grado di rigonfiare le gomme ed evitare al SUVrappeso una costosa chiamata del carro attrezzi. È il mercato, bellezze, e non ci possiamo fare niente. Niente.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Meloni viene da una storia politica, a differenza di quella liberale e radicale, che non ha considerato nei decenni gli Usa e l’atlantismo come imprescindibili per l’Italia e l’Europa". Lo scrive Benedetto Della Vedova sui social.
"Oggi la troviamo nel suo intervento alla Cpac, come zelante difensore dell’indifendibile, cioè di Trump. Trump ha sempre sostenuto anche nel suo primo mandato, falsando la realtà, che l’Unione europea fosse stata creata per approfittare degli Usa. Con lui bisognerà fare i conti, naturalmente, ma Trump non è stato e non sarà amico della Ue e men che meno dell’Ucraina che è pronto a sacrificare per l’amicizia con Putin: Meloni se ne faccia una ragione, non può essere contemporaneamente amica di Trump e della Ue, deve scegliere".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Un trionfo di vittimismo su scala planetaria. A servizio dei potenti, altro che popolo! Meloni con il suo intervento alla Cpac in corso a Washington ha fatto una scelta di campo, contro l’Europa. Forse persegue il suo interesse politico, ma non è l’interesse nazionale". Lo scrive sui social Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Sorprende che nessuno di La 7 prenda le distanze dall’orribile auspicio che Salvini venga colpito da un ictus. L’alibi della trasmissione satirica non assolve autori, ospiti, dirigenti ed editori. Purtroppo, troppe trasmissioni di La 7 e di Rai 3 istigano all’odio e avvelenano il clima del Paese. Editori, dirigenti, odiatori chiederanno scusa pubblicamente?”. Lo dichiarano i Capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Neanche un accenno al saluto nazista di Bannon. Nessuna presa di distanze. Evidentemente non può farlo. Meglio la retorica melensa e consueta dell’approccio Maga. Sposa su tutta la linea ideologica la retorica di JD Vance a Monaco, e chiude la porta ad una reale soggettività europea. Un discorso furbesco e ambiguo, di chi ha scelto di galleggiare e che posiziona il governo italiano sulla linea Orban con buona pace di tutte le chiacchiere a vuoto sull’ambasciatrice dei due mondi". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, a proposito dell'intervento di Giorgia Meloni alla Cpac di Washington.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - “Tante bugie, in linea con la propaganda di Meloni. Il suo è il governo delle insicurezze. Sicurezza energetica? Falso. Ha fatto aumentare le bollette, rendendo le famiglie italiane meno sicure e più povere. Sicurezza alimentare? Falso". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Con il suo negazionismo climatico favorisce la crisi dell’agricoltura e il dominio delle grandi multinazionali. Libertà di parola? Falso. Difende il vice di Trump, Vance, che vuole la libertà di diffondere bugie attraverso i social, strumenti nelle mani dei potenti miliardari americani. Difende la democrazia? Falso. È lei che vuole demolire gli organi costituzionali per diventare una e trina: Dio, Patria e Legge. I conservatori del mondo vogliono costruire il nuovo totalitarismo mondiale grazie al potere economico, tecnologico e militare di cui dispongono per trasformare la democrazia in un sottoprodotto commerciale della loro attività”.
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Renzo Rosso
Idraulico insigne
Ambiente & Veleni - 4 Luglio 2023
L’auto è sempre più malata di obesità: come dare torto ai giovani ‘SUV-versivi’
I giovani ambientalisti non sono più quelli di una volta. Cinquantatré anni fa, durante la prima Giornata della Terra del 22 aprile, 20 milioni di americani scesero in piazza chiedendo un’azione immediata per un problema urgente di salute pubblica: l’inquinamento ambientale. “Una malattia ha contagiato il nostro Paese” avvertivano i giovani dirigenti del comitato organizzativo. “I deboli stanno già morendo. Lo smog ha contagiato perfino il Yosemite Park, ha scaricato immondizia nel fiume Hudson, ha spruzzato il Ddt sul nostro cibo e ha lasciato le nostre città in rovina. Il suo artefice è l’uomo”. Quei giovani ascoltavano Randy Newman cantare Burn on: un brano magico, malinconico, sardonico sul fiume Cuyahoga che aveva perfino preso fuoco a Cleveland perché carico di rifiuti petroliferi.
Nel 1990, la condivisione di quella giornata a livello mondiale mobilizzò 200 milioni di persone al suono di Earth Day Every Day, un brano non proprio memorabile che John Denver aveva inserito nel suo album Earth Day. E l’iniziativa fu santificata dalle massime autorità nazionali e internazionali. L’ambientalismo era diventato un patrimonio comune, sia di sinistra sia di destra, capace di unire John Denver e Johnny Cash che nel 1974 cantava Don’t Go Near The Water.
Da allora qualcosa è stato fatto, soprattutto sotto la spinta delle istituzioni internazionali. Ma non molto. Nella maggioranza dei casi si è trattato di sottoprodotti, abbellimenti, cascami o benefici residuali del reale obiettivo: sviluppare l’economia di mercato, la crescita monetaria, l’espansione finanziaria. Nonostante che il poco che si è fatto e si farà sia oggetto di una ossessiva propaganda mediatica, le nuove generazioni percepiscono l’assoluta deriva resa evidente dal rapido esordio del cambiamento climatico e dal declino della qualità della vita, soprattutto su scala metropolitana. Con un bisticcio: si tratta di una qualità enormemente migliorata nel secolo scorso assieme e in virtù dell’inquinamento planetario.
Qualche giovane, più consapevole ma anche più focoso, si sfoga oggi con azioni dimostrative d’ispirazione un po’ anarchica, imbrattando i monumenti. Si spera con esiti facilmente reversibili, giacché i monumenti sono un fondamentale patrimonio culturale e una eredità storica irrinunciabile. Ma, per la mia veneranda età musicale, poco capisco dei brani ambientalisti della contemporaneità. E faccio fatica a seguirli.
Molti giovani, ancorati alla realtà metropolitana piuttosto che all’utopia, pensano che la transizione ecologica della mobilità sia uno slogan commerciale piuttosto che un’azione reale a favore dell’ambiente. Mentre vengono introdotte drastiche regole per indirizzare la motoristica e incentivare la rottamazione del parco veicolare tradizionale, nulla si fa per limitare i due fattori maggiormente inquinanti della mobilità: la velocità e la autobesità.
Per contrastare la prima, i giovani ambientalisti non hanno ancora inventato pacifiche azioni dimostrative in grado di spiegare all’opinione pubblica che limiti seri —per esempio, 90 chilometri all’ora per i veicoli leggeri e 60 per quelli pesanti in autostrada — avrebbero subito un enorme impatto positivo sull’ambiente, di gran lunga superiore a quello della lenta e dubbia evoluzione tecnologica.
Per contrastare la seconda, hanno scoperto una fastidiosa ma efficace azione dimostrativa. In tutta Europa e negli Usa sono entrati in azione i Tyre Extinguishers, gli sgonfiatori di pneumatici, nome che richiama gli estintori. Sono giovani ambientalisti che lottano contro l’inquinamento metropolitano, sgonfiando le gomme dei Suv. Il movimento è nato in Gran Bretagna dove, a Edimburgo, in sette mesi i “SUVversivi” hanno sgonfiato le gomme di diecimila Suv. E si è presto diffuso in Europa, anche a Milano e Bologna, e oltre atlantico, da Boston a Vancouver, from the east unto the west secondo la lezione di un premio Nobel. Questi giovani considerano i Suv disastrosi per il clima, la salute, la sicurezza pubblica, il paesaggio urbano, la civile convivenza. Un modello veicolare ad alto consumo di spazio cittadino e di carburante fossile che copre quasi la metà del mercato automobilistico globale. Non proprio un archetipo di consapevolezza ambientale che ha triplicato le emissioni negli ultimi dieci anni.
Sull’impatto di questa tendenza i giovani SUVversivi non hanno torto. L’obesità veicolare, che ha colpito anche il trasporto pesante con il favore delle normative europee e statunitensi, si è trasformata in una iattura. Nel 1969, l’auto europea più venduta era stata la Fiat 128, un capolavoro di tecnica, stile ed economia che fece scuola. Aveva una impronta di 6,1 metri quadrati e un ingombro di 8,2 metri cubi, consumava 6,8 litri di benzina “normale” ogni cento chilometri e pesava 750 chilogrammi. Nei primi tre mesi del 2023, l’auto più venduta è stata la bellissima Tesla Model Y, con una impronta di 9,1 metri quadrati, un ingombro di 14,8 metri cubi, 1.995 chilogrammi di peso. In cinquant’anni, l’auto europea occupa molto ma molto più spazio pubblico, più o meno inalterato dal 1969 se non diminuito come in molte città italiane che ne hanno privatizzato una parte consistente. E, soprattutto, l’auto è malata di obesità, ingrassata del 166 percento.
Qualche effetto positivo i SUVversivi lo hanno ottenuto, ancorché minimo. Ma hanno spezzato un tabù. Il sindaco di Lione ha deciso di far pagare più salata la sosta alle auto di grossa cilindrata. Il consiglio comunale di Parigi ha votato a favore di una risoluzione analoga che dovrebbe entrare in vigore nei primi giorni del 2024. Nel contempo, le gesta dei SUVversivi hanno alimentato le vendite dei mini-compressori a batteria, in grado di rigonfiare le gomme ed evitare al SUVrappeso una costosa chiamata del carro attrezzi. È il mercato, bellezze, e non ci possiamo fare niente. Niente.
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Cronaca
Le condizioni di Papa Francesco si sono aggravate: “Crisi respiratoria e anemia, sono state necessarie trasfusioni e ossigeno”. I medici: “Prognosi riservata”
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(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Meloni viene da una storia politica, a differenza di quella liberale e radicale, che non ha considerato nei decenni gli Usa e l’atlantismo come imprescindibili per l’Italia e l’Europa". Lo scrive Benedetto Della Vedova sui social.
"Oggi la troviamo nel suo intervento alla Cpac, come zelante difensore dell’indifendibile, cioè di Trump. Trump ha sempre sostenuto anche nel suo primo mandato, falsando la realtà, che l’Unione europea fosse stata creata per approfittare degli Usa. Con lui bisognerà fare i conti, naturalmente, ma Trump non è stato e non sarà amico della Ue e men che meno dell’Ucraina che è pronto a sacrificare per l’amicizia con Putin: Meloni se ne faccia una ragione, non può essere contemporaneamente amica di Trump e della Ue, deve scegliere".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Un trionfo di vittimismo su scala planetaria. A servizio dei potenti, altro che popolo! Meloni con il suo intervento alla Cpac in corso a Washington ha fatto una scelta di campo, contro l’Europa. Forse persegue il suo interesse politico, ma non è l’interesse nazionale". Lo scrive sui social Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Sorprende che nessuno di La 7 prenda le distanze dall’orribile auspicio che Salvini venga colpito da un ictus. L’alibi della trasmissione satirica non assolve autori, ospiti, dirigenti ed editori. Purtroppo, troppe trasmissioni di La 7 e di Rai 3 istigano all’odio e avvelenano il clima del Paese. Editori, dirigenti, odiatori chiederanno scusa pubblicamente?”. Lo dichiarano i Capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Neanche un accenno al saluto nazista di Bannon. Nessuna presa di distanze. Evidentemente non può farlo. Meglio la retorica melensa e consueta dell’approccio Maga. Sposa su tutta la linea ideologica la retorica di JD Vance a Monaco, e chiude la porta ad una reale soggettività europea. Un discorso furbesco e ambiguo, di chi ha scelto di galleggiare e che posiziona il governo italiano sulla linea Orban con buona pace di tutte le chiacchiere a vuoto sull’ambasciatrice dei due mondi". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, a proposito dell'intervento di Giorgia Meloni alla Cpac di Washington.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - “Tante bugie, in linea con la propaganda di Meloni. Il suo è il governo delle insicurezze. Sicurezza energetica? Falso. Ha fatto aumentare le bollette, rendendo le famiglie italiane meno sicure e più povere. Sicurezza alimentare? Falso". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Con il suo negazionismo climatico favorisce la crisi dell’agricoltura e il dominio delle grandi multinazionali. Libertà di parola? Falso. Difende il vice di Trump, Vance, che vuole la libertà di diffondere bugie attraverso i social, strumenti nelle mani dei potenti miliardari americani. Difende la democrazia? Falso. È lei che vuole demolire gli organi costituzionali per diventare una e trina: Dio, Patria e Legge. I conservatori del mondo vogliono costruire il nuovo totalitarismo mondiale grazie al potere economico, tecnologico e militare di cui dispongono per trasformare la democrazia in un sottoprodotto commerciale della loro attività”.