Televisione

Barbara D’Urso dopo l’addio a Pomeriggio 5: “A Mediaset mi hanno profondamente ferito. Non ho concordato niente”

Le parole della conduttrice a Repubblica

“Dolore, unito allo sgomento e alla rabbia. La cosa che mi fa più male è che non mi hanno permesso di salutare il mio pubblico”. Così Barbara D’Urso a Repubblica dopo la nota diffusa da Mediaset sabato primo luglio per annunciare che la conduttrice non sarà più al timone di Pomeriggio5. Ma era tutto inatteso? Stando alla conduttrice, sì: “Canale5 e Barbara D’Urso hanno concordato che dalla prossima stagione l’artista non condurrà più Pomeriggio 5. Io non ho concordato niente”. E aggiunge: “Ne ho sopportate tante, forse un giorno lo racconterò (…) Ho cominciato a pensare che forse a Mediaset non ero più gradita. Pongo il dubbio a Lucio Presta, che nel frattempo si occupa professionalmente di me e con cui mi confronto: ‘Se non mi vogliono più bene, vado via‘. Incontra Marco Leonardi, nominato direttore risorse artistiche con il consulente Restelli. Vorrebbero continuare l’accordo per i due anni successivi, alle stesse condizioni economiche e editoriali”. D’Urso spiega che poi qualcosa è cambiato: “Giorni dopo mi informano ufficialmente che l’editore resta del suo parere, stesse condizioni economiche e editoriali, sicuro che si potrà trovare qualcosa in prima serata”. Ma i cambiamenti non finiscono qui e arriva il primo luglio con la notizia che D’Urso è fuori da Pomeriggio 5: “Vado in campagna, Lucio dialoga con l’azienda, che conferma di voler trovare un prime time. Il 26 giugno lo chiamano: ‘Ti può ancora essere utile chiudere in anticipo il contratto?, c’è la possibilità di far cominciare Pomeriggio 5 da chi lo condurrà dopò. Non è utile, a fine giugno coi palinsesti chiusi dove si va? Potevano dirlo ad aprile”. Poi arriva la “sentenza definitiva. Chiunque sarà, comincerà a settembre, non a gennaio. Il 28 vengo a sapere che dopo 15 anni non ci sarò più“. Lei dice di essere stata “ferita profondamente” ma era davvero così invisibili i segnali di una perdita di quota del “dursismo”?