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“I passeggeri del Titan sono scesi nei fondali dell’Oceano con la loro musica preferita e hanno visto uno scenario onirico”: il racconto del New York Times

Lo storico quotidiano newyorchese compie ciò che si faceva nelle illustrazioni della stampa di fine ottocento non proprio all’avanguardia con foto, video e testimonianze in punto di morte magari di soldati, viaggiatori, esploratori: inventare qualcosa di plausibile

di Davide Turrini

Una terrificante discesa verso la morte addolcita da una propria top list musicale in cuffia e fondali luminescenti zeppi di pesci e creature marine oltre l’oblò. È lo storytelling sugli ultimi istanti di vita dei 5 multimiliardari saliti sulla capsula del Titan, e deceduti dopo poco nelle profondità dell’oceano, offerto dal New York Times. La tragedia, evitabile, che ha colpito i passeggeri che hanno sfidato i limiti della natura dell’uomo, e la natura tout-court, per vedere da vicino i resti del Titanic, è già materia per autori di serie tv, romanzi e instant book.

Ma prima che ogni altro media possa speculare su una vicenda che sembra uscita da un blockbuster apocalittico, ecco che lo storico quotidiano newyorchese compie ciò che si faceva nelle illustrazioni della stampa di fine ottocento non proprio all’avanguardia con foto, video e testimonianze in punto di morte magari di soldati, viaggiatori, esploratori: inventare qualcosa di plausibile. Ad esempio che ai cinque passeggeri sarebbe stato chiesto di scegliere la loro musica preferita per poi essere ascoltata nelle cuffie bluetooth – ma non quella country che il capo-missione non gradiva e invitava scherzosamente a non ascoltare -; dopodiché l’ipotesi che è dagli oblò i passeggeri abbiano osservato uno scenario onirico rarefatto che nemmeno Avatar o La sirenetta. L’implosione? Sembra che nessuno se ne sia potuto accorgere. Sembra. Perché nessuno ce lo racconterà mai.

L’equipaggio, del resto, stava scendendo “al buio” per risparmiare preziosa energia che sarebbe servita come oro sia per la permanenza gomito a gomito con il Titanic e per l’insperata risalita. A questo scenario da film il NYT è libero di aggiungere fatti veri. Come ad esempio la foto di due delle vittime prima di salire a bordo: il magnate pachistano Shahzada Dawood e il figlio 19enne Suleman, appena 19 anni che aveva con sé un cubo di Rubik. Sulla Ocean Gate, la nave dal quale il Titan si è inabissato, erano presenti la moglie del magnate e la figlia. La signora Dawood ha spiegato al NYT che il figlio era riluttante a salire su quel trabiccolo mortale, ma che avrebbe acconsentito solo per fare piacere al folle padre.

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