L’abolizione dell’abuso d’ufficio contenuta nella riforma della giustizia presentata dal guardasigilli Carlo Nordio comprometterà la lotta alla corruzione. Non lo dicono gli oppositori politici del governo di centrodestra ma la Commissione Europea nel Rapporto sulla Stato di diritto. “È stata presentata una proposta di legge che mira ad abrogare il reato di abuso di ufficio pubblico e a limitare la portata del reato di traffico di influenze: queste modifiche depenalizzerebbero importanti forme di corruzione e potrebbero compromettere l’efficace individuazione e lotta alla corruzione”, annotano gli analisti di Bruxelles.

I rischi della riforma Nordio – Nel rapporto la commissione aggiunge che il disegno di legge Nordio “propone inoltre modifiche a diverse altre disposizioni del codice di procedura penale in materia di carcerazione preventiva, possibilità di appello contro le assoluzioni nonché tecniche investigative speciali. Le autorità giudiziarie stanno seguendo da vicino gli sviluppi di questa riforma e il potenziale impatto sulle indagini, sui procedimenti giudiziari e sui giudizi di determinate pratiche di corruzione come il commercio di influenza o l’abuso d’ufficio. La società civile ha espresso alcune preoccupazioni riguardo a questi cambiamenti e al loro possibile impatto per combattere efficacemente la corruzione“. Insomma la riforma Nordio viene bocciata senza appello in Europa. Nonostante non sia neanche entrata in vigore.

Servono garanzie per i reporter” – Ma non solo. Nella relazione Bruxelles chiede anche al nostro Paese di “proseguire il processo legislativo per riformare e introdurre garanzie per il regime di diffamazione, la protezione del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, tenendo conto degli standard europei sulla protezione dei giornalisti“. Inoltre, sempre sul fronte dei media, risulta poi “necessario rafforzare le garanzie per l’indipendenza editoriale e finanziaria del servizio pubblico”. Il riferimento è alla Rai. Il governo, pur avendo preso misure per sostenere i media in difficoltà economica dopo la pandemia, dovrebbe poi stilare interventi “più strutturali per promuovere il pluralismo dei media”, specie a livello locale.

“Nuovo Codice appalti, c’è rischio infiltrazione clan” – Il rapporto rende conto anche del fatto che è stato istituito un nuovo Codice degli Appalti che “si prefigge di semplificare e razionalizzare determinate procedure, nonché di accelerare e liberalizzare il processo di appalto”. Nel Codice, però, c’è anche “un aumento delle soglie entro le quali le autorità appaltanti possono procedere con l’assegnazione diretta”. Il nuovo limite, entro il quale gli amministratori possono assegnare direttamente i lavori senza procedere a gare, è stato fissato in 150mila euro. “Come riferito lo scorso anno, le autorità di contrasto e giudiziarie continuano a vedere un aumento del potenziale per l’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale e nei futuri appalti di fondi pubblici nell’ambito del Piano di Ripresa e Resilienza, in particolare a causa delle sue dimensioni, che potrebbero avere un impatto significativo sull’uso improprio dei fondi pubblici”.

“Introdurre norme complete su conflitti d’interesse”- Nel rapporto l’Ue sprona inoltre l’Italia ad “adottare norme complete sui conflitti di interesse e sulla regolamentazione delle attività di lobbying per istituire un registro operativo delle attività di lobbying, che includa un’impronta legislativa”. Nella relazione si chiede poi a Roma di “affrontare in modo efficace e rapido la pratica di incanalare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche e introdurre un registro elettronico unico per le informazioni sui finanziamenti ai partiti e alle campagne elettorale”. Gli analisti europei riconoscono comunque che “sono stati compiuti alcuni progressi nell’adozione di una legislazione completa sui conflitti di interesse”. E ricordano che “il Rapporto sullo Stato di diritto del 2022 ha raccomandato all’Italia di adottare norme complete sul conflitto di interessi. Gli sforzi precedenti per adottare una legislazione completa sui conflitti di interesse per i titolari di cariche politiche, compresi i parlamentari, si sono arenati nel corso degli anni”.

“Progressi nella digitalizzazione” – Non ci sono solo note completamente negative. Bruxelles, comunque, riconosce all’Italia di aver compiuti “progressi significativi nel proseguire gli sforzi per migliorare ulteriormente il livello di digitalizzazione del sistema giudiziario, in particolare per i tribunali penali e le procure; e progressi significativi nel potenziamento della digitalizzazione e dell’interconnessione dei registri, migliorando così le operazioni di polizia e delle procure contro la corruzione ad alto livello”. E’ quanto si legge nel rapporto sulla stato di diritto 2023, pubblicato oggi dalla Commissione europea. Ora l’Ue raccomanda di “proseguire gli sforzi per migliorare ulteriormente il livello di digitalizzazione dei tribunali penali e delle procure”.

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