Dicono di non aver ricevuto il tfr. Ma anche di aver lavorato alle dirette dipendenze di Daniela Santanchè. Smentendo quanto sostenuto dalla ministra nell’aula del Senato. Dopo l’intervento dell’esponente di Fratelli d’Italia a Palazzo Madama, i 5 stelle sono comparsi in conferenza stampa con alcuni ex dipendenti della Ki Group, una delle aziende al centro del caso che ha portato Santanchè a riferire al Senato. “Non ho nulla contro il ministro Santanchè, per me può fare quello che vuole nella vita. Ho lavorato in quell’azienda per 30 anni. Ho dato le dimissioni a settembre 2022 e a novembre avrei dovuto incassare 44mila euro come ultima parte del tfr. Mi è arrivata la busta ma il bonifico non è mai arrivato”, ha raccontato Monica Lasagna, che lavorava in amministrazione. “Per me, lavorare per un senatore era sinonimo di garanzia. Per cui è stato un doppio smacco il fatto di ritrovarmi al 5 di luglio con il bonifico non ancora arrivato. Nel non sentire più nessuno e nel non vedere i soldi mi sono sentita presa in giro”, spiega l’ex dipendente. “Ho sentito il ministro durante il suo intervento che con Ki Group non c’entrava niente. Non entro nel merito ma so che, per quanto mi riguarda, avevo contatti non dico quotidiani ma quasi con la dottoressa e che buona parte delle cose che andavo a fare erano sotto sue direttive. Avevamo riunioni quindicinali con la forza vendite: ci riunivamo in delle video call e lei ci dava istruzioni”, spiega Lasagna.
La smentita degli ex dipendenti – E in effetti durante il suo intervento in aula Santanchè ha negato di aver “avuto partecipazioni nel settore dell’alimentare biologico, come molti media hanno raccontato, la mia partecipazione in Ki Group non ha mai superato il 5%”. La ministra ha inoltre sostenuto di non aver avuto niente a che fare con la società del biologico, che era gestita dall’ex compagno Canio Mazzaro e dal figlio Lorenzo. “Per noi in amministrazione il riferimento era il figlio di Santanchè, Lorenzo Mazzaro, che per qualsiasi cosa chiamava la mamma per chiedere l’autorizzazione. Noi dovevamo seguire i suoi ordini”, ha raccontato invece Raffaella Caputo, altra ex dipendente della Ki Group comparsa alla conferenza stampa organizzata dal Movimento 5 stelle. “Ho lavorato per Ki Group per 22 anni – ha raccontato Caputo – Anche io aspetto un tfr pari a circa 38mila euro lordi. Noi pensavamo di essere salvate dalla senatrice quando è subentrata nell’azienda, invece c’è stato solo un declino giorno per giorno. La Ki Group purtroppo ha fatto questa fine, era un’azienda leader nel biologico. Una parte di dipendenti è riuscita a recuperare il tfr, mentre a noi, facendo parte dell’amministrazione, prima hanno fatto fare la cassa integrazione, poi ad agosto ci hanno fatto rientrare e ci hanno consegnato la lettera di licenziamento”. Ennio Cecchinato, invece, per la società del biologico faceva l’agente di commercio fin dal 1998: “Avanzo 64mila euro circa – racconta – Noi agenti ci siamo trovati di fronte a un buco: facevamo gli ordini e non arrivava la merce, e l’azienda andava giù. Nelle ultime riunioni, soprattutto, la dottoressa Santanchè era presente, noi dovevamo riferire a lei. Queste sono cifre che ci spettano, per il nostro sostentamento. Chiediamo alla dottoressa Santanchè di onorare i suoi doveri”. Durante la conferenza stampa con Conte, Stefano Patuanelli e Alessandra Maiorino, è intervenuto anche l’avvocato Davide Carbone, che assiste gli ex dipendenti di Ki Group: “Fa piacere che la dottoressa Santanchè si sia assunta l’impegno di saldare qualsiasi debito, siamo contentissimi – ha detto il legale – La speranza è che mantenga le promesse. Ci diamo il tempo della giustizia, a settembre scadono i termini del suo concordato e staremo a vedere se alle parole seguiranno i fatti”.
Conte: “Santanchè mente?” – A quel punto è stato Conte a prendere la parola per attaccare Santanchè: “La ministra – ha detto l’ex premier – si è descritta come una vittima in Aula. La questione dell’avviso di garanzia è anche secondaria ma dal punto di vista politico la responsabilità c’è tutta, lei non è vittima sono vittime persone che hanno lavorato in una società che ha preso fondi pubblici e i cui dipendenti non sono stati pagati“, ha detto Giuseppe Conte. “Oggi – ha aggiunto l’ex premier – la ministra in Parlamento si scherma dietro un ruolo assolutamente marginale sul piano formale nella società Ki Group. Però abbiamo sentito i dipendenti, ce n’erano anche altri, che hanno dichiarato che invece lei aveva ruoli operativi, partecipava periodicamente a riunioni, dava indicazioni e istruzioni e a loro appariva come la referente, la titolare della società. Quindi Santanchè avrebbe mentito in Parlamento, stando a quello che hanno riferito i dipendenti. E questo sarebbe molto grave. E sarebbe un ulteriore motivo che giustifica la richiesta di dimissioni”.
La nota della ministra – Sulla questione la ministra ha controreplicato. Il suo ufficio stampa, infatti, ha diffuso una nota in cui si legge: “In merito alla presenza in Aula e in conferenza stampa di alcuni dipendenti della società Ki Group – di cui il Ministro Santanchè detiene solo il 5% delle azioni e non ha avuto negli ultimi anni la gestione diretta né alcun incarico – si evidenzia che per quanto sia a conoscenza del Ministro del Turismo, la loro situazione verrà a breve definita e la società stessa provvederà alla liquidazione secondo i termini stabiliti nel concordato. Inoltre, al contrario di quanto erroneamente riportato da alcune agenzie di stampa, si segnala che nessun dipendente del Gruppo Visibilia era presente in Aula e alla conferenza stampa”.