Arnaldo Forlani, 97 anni, storico leader della Democrazia cristiana, è morto giovedì 6 luglio nella sua abitazione a Roma. Ne dà notizia il figlio Alessandro. Forlani, nato a Pesaro l’8 dicembre 1925, è stato presidente del Consiglio tra l’ottobre 1980 e il giugno 1981 e anche vicepresidente del Consiglio, ministro degli Esteri, ministro della Difesa e ministro delle Partecipazioni statali. Personalità di spicco della prima Repubblica, ha ricoperto il ruolo di segretario della Dc nel quadriennio 1969-1973 e poi ancora tra il 1989 e il 1992. Sotto la sua guida il partito interruppe l’alleanza con il Pci che aveva dato vita ai governi di “solidarietà nazionale” del governo precedente e iniziò la collaborazione con i socialisti, basata sul celebre asse denominato Caf (Craxi-Andreotti-Forlani).

È stato parlamentare per nove legislature consecutive, dal 1958 al 1994. Nel 1980-1981 presiedette un governo quadripartito di centrosinistra, che dovette affrontare l’emergenza del terremoto in Irpinia e i rapimenti di Giovanni D’Urso e di Ciro Cirillo. Il governo cadde in seguito allo scandalo della loggia massonica P2, nel quale furono coinvolti uomini politici, finanzieri e alti vertici militari. Forlani fu eletto nuovamente segretario della Democrazia Cristiana nel febbraio 1989 per le sue riconosciute capacità di mediazione e per i buoni rapporti con Bettino Craxi e il Psi.

Nel maggio 1992 fu il candidato dello scudocrociato alla Presidenza della Repubblica, mancando l’elezione al quinto e al sesto scrutinio rispettivamente di 39 e di 29 voti a causa dei “franchi tiratori” della corrente che faceva capo a Giulio Andreotti, suo rivale interno al partito. Nel 1993 il suo interrogatorio da parte del pm Antonio Di Pietro nell’ambito del processo al finanziere Sergio Cusani è stato uno dei momenti che maggiormente hanno caratterizzato dal punto di vista mediatico la vicenda di Tangentopoli. Coinvolto nello scandalo di Tangentopoli, nell’aprile 1994 fu condannato a due anni e quattro mesi di reclusione per finanziamento illecito al termine del processo sulla maxi-tangente Enimont. La pena fu sostituita con l’affidamento al servizio sociale e scontata attraverso una collaborazione con la Caritas di Roma. Da allora aveva abbandonato la vita pubblica.

“Sono profondamente commosso per la scomparsa di Arnaldo Forlani, il segretario della Dc di cui mi onoro di essere stato collaboratore. Ha servito la politica e non se ne è mai servito. Ha avuto grandi soddisfazioni nella sua vita pubblica e altrettante amarezze. Ha affrontato il tutto con una profonda fede cristiana e con una grande umanità. Nei prossimi giorni ci sarà tempo per riflettere sul suo lavoro politico: europeista, atlantista, ha sempre difeso con forza la collaborazione tra Dc e socialisti. È forse l’ultimo dei grandi protagonisti della Democrazia Cristiana della prima Repubblica, a cui dobbiamo dire grazie e addio”, dichiara Pier Ferdinando Casini, senatore del Pd, ex presidente della Camera e già leader dell’Udc, il partito che ha raccolto l’eredità politica della “balena bianca”.

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