Casco dalle nubi, direbbe Checco Zalone. Ammetto di essermi distratto negli ultimi tempi – da quando la destra ha vinto le elezioni ho scelto di dedicarmi all’Entomologia, lo studio scientifico degli insetti, molto più appassionante – eppure qualcosa continua a sfuggirmi. Intanto, ma di quando in qua una tenutaria di impianti turistici può diventare ministra del Turismo? Vabbé che da Berlusconi in poi la nostra è una Repubblica fondata sul conflitto d’interessi: ma ogni limite ha una pazienza, avrebbe detto Totò. Ma datelo a Barbara D’Urso, il ministero del Turismo: non ha conflitti d’interesse conclamati ed è infinitamente meno trash.

Poi, non capisco tutto questo scandalo per banali questioni di soldi. Come dite, che lei era la prima a sollevare problemi, con gli altri, per molto meno di due milioni e settecentomila euro di contributi Covid, quarantasette multe non pagate, per non parlare del trattamento di fine rapporto ai dipendenti? A parte che lo avrà scambiato per una marca di borse, noi entomologi siamo superiori a queste cose: gli insetti sono più eleganti dei politici, se ne fregano, loro, dei soldi. Ora lei dice che quanti oggi l’accusano in Parlamento non disdegnavano di prenotare nei suoi locali: appunto, chissà cosa diavolo gli avranno dato da mangiare.

Tutto odio nei suoi confronti, insiste lei. Sarà: ma, se una impiega una vita per costruirsi un’immagine da riccastra pacchiana che cosa s’aspetta, poi? Io sono sicuro che sotto sotto, molto sotto, anche lei è un’anima candida: non a caso faceva gestire le proprie imprese da fidanzati e figli ancor più incapaci. Metterei la mano sul fuoco che sotto il reggiseno griffato, comprato personalmente magari a Trafalgar Square passandoci sulla sua Maserati guidata da un carabiniere, giusto per portarsi avanti con il lavoro, batte un cuore di contadinella cuneese. E poi insomma, pure lei, persino Briatore, è una creatura del buon Dio. Però, se una non tollera le critiche, invece di farsi difendere in televisione da Italo Bocchino, che è come mettersi il cappio al collo, se ne torni nella Provincia Granda, a raccogliere fiori di campo.

Un’ultima cosa che, da entomologo, non riesco proprio a capire: la reazione della sinistra. Mentre politici di qualsiasi altro paese si sono dimessi per aver copiato la tesi di laurea, la nostra sinistra – per usare quest’espressione esagerata – s’è italianizzata al punto da perdere una giornata intera a discutere il caso Santanché. Ma Santanchi, ma Santancosa… Grazie che poi perdono pure in Molise: dal Campolargo al Campobasso.

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