Cronaca

A Palermo raddoppia la tassa di soggiorno, albergatori sul piede di guerra: “Così fanno quadrare i conti comunali. Danno al turismo”

Aumenta la tariffa di soggiorno ed esplode al polemica. Succede a Palermo, dove dal prossimo ottobre la tassa sarà addirittura raddoppiata. Un aumento che, manco a dirlo, ha fatto infuriare gli albergatori: “Vogliono fare quadrare il bilancio con quei soldi ma è una tassa di scopo, non può servire a questo”, tuona Marco Mineo presidente Asshotel Confesercenti Palermo. Al quale risponde subito la vice sindaca e assessora al Bilancio, la meloniana Carolina Varchi, che nega: “L’aumento delle tariffe non è legato al bilancio. Gli ingressi sono aumentati e con questi i servizi che la città deve garantire”. Un botta e risposta tra albergatori e giunta che fa esplodere la polemica a delibera già approvata dal consiglio.

Lo scorso giugno, infatti, in consiglio comunale è passato l’aumento della tariffa che entrerà in vigore dal primo ottobre. Il soggiorno nel capoluogo siciliano salirà, dunque, per gli alberghi a 3 stelle da un costo di 1,50 a 3 euro, per i 4 stelle, invece, si passerà da 2 a 4, mentre per i 5 stelle la tariffa si alzerà da 2,5 a 5 euro. Un aumento “del 100 per cento – sottolinea ancora Mineo – che perlomeno dovrebbe essere accompagnato da una serie di progetti validi che vertano esclusivamente su iniziative turistiche e non servano invece a finanziare le spesa corrente”. Tariffa raddoppiate per fare quadrare il bilancio? È il dubbio degli albergatori: “Siamo noi quelli chiamati ad informare i turisti sulla tassa di soggiorno oltre ad essere i veri e propri agenti contabili per il comune. Abbiamo sbagliato a non chiedere una rendicontazione alle amministrazioni che si sono avvicendate al governo della nostra città. Un vero e proprio errore visto che spesso l’utilizzo non è stato del tutto consono a quello che è il vero scopo della tassa”. Il riferimento è alla scorsa legislatura, quando era sindaco Leoluca Orlando: la tassa di soggiorno servì a pagare gli stipendi dei dipendenti del Teatro Massimo.

Per questo adesso, Mineo ragiona: “Se dovessimo finanziare, non so, un nuovo aeroporto, lo potremmo capire, ma così è solo un danno per noi”. Ma il problema, per gli albergatori, è anche che l’aumento entrerà in vigore già dal 2023: “Ma noi per ottobre abbiamo già delle prenotazioni, vuol dire che saremo noi a dover spiegare questi aumenti, o peggio a dover coprire l’aumento, perché con i tour operator gli accordi sono già presi”. E dire che il raddoppio della tassa di soggiorno, così come previsto dalla delibera di giunta, doveva entrare in vigore già da agosto.
Un emendamento dell’opposizione, però, ha fatto slittare l’entrata in vigore: “Dopo avere ascoltato le associazioni di settore, ci siamo fatti carico di questo tema. Così è nato un nostro emendamento, sottoscritto poi dalla maggioranza e condiviso dall’amministrazione, che ha consentito di posticipare almeno al 1 ottobre”, spiega Mariangela Di Gangi, consigliera comunale di Progetto Palermo. Ma per gli albergatori non basta, l’aumento andava inserito “gradualmente e non prima del 2024”.

Per la vicesindaca il raddoppio della tassa è dovuto all’incremento del turismo: “Palermo sta conoscendo una stagione di rinascita turistica, come dimostra la percentuale di strutture censite in più nel 2022, grazie al CIR, ben 47,6% in più – spiega Varchi -. Ciò comporta per il comune la necessità di far fronte a maggiori costi derivanti dalle numerosissime presenze, soprattutto per garantire pulizia e decoro. Le nuove tariffe sono adeguate ad una grande città come Palermo, che avrà più fondi da destinare, come prevede la legge, ai servizi turistici, al decoro, alla cultura, in una sola parola a tutto ciò che fa di Palermo una metà privilegiata da notevoli flussi di turisti”. E rassicura gli albergatori: “Anche loro saranno coinvolti nella spesa delle somme in modo che i progetti abbiano una valenza turistica pienamente riconosciuta”. Ma Mineo insiste: “Un aumento di tale entità della tariffa già nel 2023 è una scelta sbagliata per l’immagine turistica della nostra destinazione e per tutti coloro che si occupano di ricettività. Aver comunicato una tariffa diversa rispetto a quella che il turista si troverà a corrispondere una volta raggiunta la destinazione significa creare sicuramente contestazioni. Proprio per questo un aumento di quasi il 100% della tariffa dovrebbe essere accompagnato da una serie di progetti validi che vertano esclusivamente su iniziative turistiche e non servano invece a finanziare le spesa corrente. Inoltre abbiamo più volte spiegato che per non danneggiare le imprese, gli aumenti della tassa andrebbero programmati per tempo e con approcci graduali”. Un braccio di ferro tra la categoria e l’amministrazione a delibera già approvata. Sullo sfondo resta la questione dell’utilizzo dei fondi in entrata, che raddoppiranno a breve. Di Gangi assicura: “Vigileremo con attenzione affinché l’uso dei proventi di questa tassa sia realmente destinato a migliorare i servizi e rendere ancora più attrattiva la nostra città”.