Ieri sera l’amministrazione Biden ha confermato la volontà di inviare bombe a grappolo all’Ucraina per combattere l’invasore russo. Così gli Stati Uniti forniranno le armi letali, vietate in 111 Paesi per gli effetti devastanti e sulla popolazione civile, all’esercito di Kiev. Il generale Patrick Ryder ha preannunciato che gli Stati Uniti “selezioneranno attentamente” le munizioni a grappolo per l’Ucraina in modo che abbiano un tasso di errore limitato, riferendosi alla percentuale di sotto-munizioni trasportate da ogni proiettile che rimarrebbero inesplose. Resta il fatto che l’utilizzo di bombe a grappolo ha inevitabilmente effetti sulla popolazione perché ha effetto indiscriminato sul proprio raggio di azione. Il rischio concreto è che il loro utilizzo faccia schizzare il numero di vittime civili e trasformi le aree colpite in campi minati che provocheranno morti e mutilazioni per i prossimi anni. Una decisione che stride con le innumerevoli dichiarazioni rilasciate dai vertici ucraini, da quelli americani e della coalizione pro-Ucraina in questo anno e mezzo di guerra, nel corso del quale avevano veicolato un messaggio ben preciso: “Colpire indiscriminatamente i civili è un crimine di guerra“. Esattamente ciò che fanno, inevitabilmente, le bombe a grappolo.

Ecco tutte le dichiarazioni di Ucraina e Occidente contro bombe sui civili e mine antiuomo:

28 Febbraio 2022 – La prima accusa di crimini di guerra da parte di Volodymyr Zelensky è arrivata pochi giorni dopo l’invasione ordinata da Vladimir Putin. Era il 28 febbraio 2022 quando il presidente ucraino, dopo terribili bombardamenti su Kharkiv, disse che colpire “una città pacifica, con aree residenziali pacifiche, senza strutture militari” era da considerarsi un crimine di guerra. “Non si tratta di colpi vaganti – aggiunse -, ma della distruzione deliberata di persone”. Pochi giorni dopo, a chiarire di nuovo il concetto fu la vicepresidente americana, Kamala Harris: “Mirare deliberatamente ai civili è un crimine di guerra”, le sue parole.

17 marzo 2022 – È ancora viva negli occhi dell’opinione pubblica la tragedia del bombardamento russo sul teatro di Mariupol, dove si stavano nascondendo decine di persone. Un attacco deliberato su una struttura civile che il governo britannico definì “un’evidente violazione del diritto internazionale”. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ribadì che “la Russia continua ad attaccare ospedali e scuole in Ucraina. Ieri le forze russe hanno bombardato un teatro e hanno aperto il fuoco su un gruppo di civili che erano in fila per il pane. Personalmente sono d’accordo con Joe Biden, mirare volontariamente i civili è un crimine di guerra”. Il giorno dopo, il procuratore capo della corte penale internazionale (Cpi), Karim Khan, ha affermato: “La legge è chiara. È un crimine colpire intenzionalmente i civili. È un crimine colpite intenzionalmente obiettivi civili”. E anche la vice portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Jalina Porter, era d’accordo: “Colpire i civili è un crimine di guerra”.

4 aprile 2022 – Nelle prime settimane di guerra, anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lanciò la sua condanna contro lo spargimento di mine antiuomo nei territori in guerra. L’uso di bombe a grappolo, oltre ai danni immediati causati dalle centinaia di esplosioni simultanee, ha anche la letale caratteristica di lasciare sul campo di battaglia decine, se non centinaia, di piccoli ordigni inesplosi pronti a deflagrare se raccolti o calpestati. Il capo dello Stato su questo era stato chiaro: “Ogni guerra è disumana. Nelle guerre si possono assumere decisioni tanto crudeli da travalicare ogni limite di orrore. Disseminare il terreno di mine anti-uomo e usare ordigni speciali, che hanno come scopo terrorizzare la popolazione e provocare stragi di cittadini inermi, è una di queste e costituisce un crimine contro l’umanità”.

5 aprile 2022 – In questa data arriva la prima denuncia dell’uso di bombe a grappolo da parte dei russi nel teatro ucraino, dopo essersene serviti anche in altri conflitti, ultimo dei quali la Siria. E a denunciarlo fu proprio lo Stato Maggiore ucraino: “Le truppe russe hanno effettuato attacchi a Mykolaiv con le munizioni a grappolo vietate dalla convenzione di Ginevra. Gli alloggi civili e le strutture mediche, incluso un ospedale pediatrico, sono stati colpiti. E ci sono stati morti e feriti, compresi bambini“.

8 aprile 2022 – Nel giorno dell’attacco missilistico sulla stazione di Kramatorsk, da una parte e dall’altra partirono accuse incrociate. Non è mai stato possibile accertare di chi fosse la responsabilità del raid che uccise oltre 50 persone, ma in quell’occasione l’allora ministra degli Esteri del governo britannico, Liz Truss, non ci pensò due volte a dirsi “sconvolta dalle orrende denunce sull’attacco di un missile russo contro civili nella stazione ferroviaria di Kramatorsk, in Ucraina orientale. Prendere di mira i civili è un crimine di guerra e noi chiameremo la Russia e Putin a rispondere”. L’allora portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, disse invece che “l’attacco alla stazione di Kramatorsk è un altro dei crimini di guerra commessi dalla Russia in Ucraina”. Zelensky fu chiaro: “Come il massacro di Bucha, come tanti altri crimini di guerra russi, l’attacco a Kramatorsk deve essere inserito tra le accuse che saranno portate in tribunale, cosa che dovrà accadere”.

27 giugno 2022 – In estate, la Russia bombardò un centro commerciale a Kremenchuk, provocando numerose vittime innocenti. Un’azione che causò la reazione anche del G7: “Condanniamo solennemente l’abominevole attacco a un centro commerciale a Kremenchuk. Siamo uniti all’Ucraina nel piangere le vittime innocenti di questo attacco brutale. Gli attacchi indiscriminati a civili innocenti costituiscono un crimine di guerra. Il presidente russo Putin e i responsabili saranno tenuti a renderne conto”.

14 luglio 2022 – Quasi un mese dopo, un terribile attacco missilistico russo tolse la vita ad almeno 23 persone a Vinnytsia, città nell’Ucraina centrale distante centinaia di chilometri dal fronte. Anche in quell’occasione, dopo un attacco deliberato nei confronti dei civili, la comunità internazionale condannò duramente l’operato delle forze russe. “Un chiaro atto terroristico“, lo definì Volodymyr Zelensky. Mentre il ministero degli Esteri austriaco ha condannato “fermamente l’atroce attacco”, sottolineando che i colpevoli di questo “crimine di guerra” devono essere chiamati a risponderne.

29 luglio 2022 – reazione simile si registra da parte del ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, dopo l’attacco contro un carcere nella regione del Donetsk: “La Russia ha commesso un altro crimine di guerra agghiacciante bombardando una struttura correttiva nell’Olenivka occupata dove erano detenuti prigionieri di guerra ucraini. Invito tutti i partner a condannare fermamente questa brutale violazione del diritto umanitario internazionale e a riconoscere la Russia come uno Stato terrorista“.

12 settembre 2022 – La Russia portò avanti una nuova ondata di raid su larga scala, colpendo più di 30 insediamenti, tra cui Kramatorsk, Kostiantynivka, Dnipro, Pavlohrad e Velykomykhailivka. In quell’occasione, lo Stato Maggiore dell’Esercito parlò di “atto terroristico” contro “un’infrastruttura critica di Kharkiv”.

10 ottobre 2022 – Nuovi attacchi di Mosca e nuovo sdegno da parte dell’Ucraina: la Russia ha “lanciato almeno 84 missili contro la popolazione civile e le infrastrutture civili. Strutture energetiche, palazzi residenziali, università , scuole e musei sono stati tra gli obiettivi russi. Prendere di mira deliberatamente i civili è un crimine di guerra e la Russia ha provato ancora una volta che è uno Stato terroristico”. Lo stesso giorno, la ministra degli Esteri francese twittò: “Condanno con la massima fermezza gli attacchi russi indiscriminati di oggi contro le città ucraine. Prendere di mira intenzionalmente le popolazioni civili è un crimine di guerra”. Anche il primo ministro della Romania, Nicolae Ciuca, si espresse in questo senso parlando di “un crimine di guerra che calpesta la carta delle Nazioni Unite”.

21 novembre 2022 – Questa volta è il consigliere del presidente ucraino, Mykhaylo Podolyak, a definire “crimine di guerra” gli attacchi russi su Kherson: “La Federazione russa ha iniziato a bombardare sistematicamente Kherson dalla riva sinistra. Non c’è logica militare: vogliono solo vendicarsi della gente del posto. Questo è un enorme crimine di guerra”.

16 gennaio 2023 – Si espone anche la Svezia con il suo primo ministro, Ulf Kristersson: “Gli attacchi intenzionali contro i civili sono crimini di guerra”.

9 marzo 2023 – Parla Ursula von der Leyen: “Oggi ho parlato con Zelensky in seguito agli attacchi missilistici indiscriminati sull’Ucraina la scorsa notte. L’attacco deliberato della Russia contro i civili e la rete energetica è un crimine di guerra. Ciò rafforza la nostra comune determinazione a continuare a progredire negli sforzi di riforma dell’Ucraina nel percorso di adesione in Ue”.

26 maggio 2023 – Un pesantissimo attacco russo su Dnipro, costato la vita a due civili, viene definito da Zelensky “un altro crimine contro l’umanità dei russi”.

28 giugno 2023 – Di nuovo Kramatorsk. Questa volta i missili russi colpiscono un ristorante frequentato anche dalla stampa internazionale. Così l’Alto rappresentante per la Politicha Estera dell’Ue, Josep Borrell, condanna l’atto deliberato: “In un’altra dimostrazione del terrore che la Russia sta imponendo ai civili ucraini, un missile da crociera ha colpito un ristorante e un centro commerciale a Kramatorsk. Questo era un noto punto di incontro per la stampa internazionale. Ancora una volta, la Russia continua a violare il diritto internazionale e a commettere crimini di guerra”.

7 luglio 2023 – Dopo che il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha inizialmente criticato la consegna di munizioni a grappolo all’Ucraina, il governo federale ha manifestato comprensione per i piani statunitensi. Il portavoce del governo Steffen Hebestreit ha infatti affermato: “Siamo certi che i nostri amici statunitensi non abbiano preso alla leggera la decisione di fornire le munizioni appropriate”. Le munizioni a grappolo verrebbero utilizzate dall’Ucraina “per proteggere la propria popolazione civile“. Si tratterebbe di un dispiegamento da parte del proprio governo per liberare il proprio territorio, ha detto Hebestreit. La Germania, come la stragrande maggioranza dei paesi europei, ha però firmato un trattato che vieta le munizioni a grappolo. L’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani a Ginevra si è infatti detto contrario al progetto: “Tali munizioni uccidono e mutilano le persone molto tempo dopo la fine di un conflitto – ha detto una portavoce – Pertanto, il loro uso dovrebbe essere interrotto immediatamente”. Le bombe a grappolo, nonostante le giustificazioni di Washington e del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, non possono infatti essere considerate armi difensive.

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