Aveva solo 19 anni quando fu arrestata e incarcerata: adesso che di anni in prigione ne ha passati più di 50, Leslie Van Houten, nota come “l’angelo della morte” tra gli adepti della setta del criminale Charles Manson, potrebbe tornare in libertà tra 15 giorni. Sono i quotidiani americani a riportare la notizia: a quanto pare il governatore della California Gavin Newsom ha annunciato che non chiederà alla Corte Suprema dello Stato di bloccare la libertà condizionale per la donna, oggi 72enne, condannata all’ergastolo per aver partecipato all’omicidio dei coniugi LaBianca.

Il droghiere Leno LaBianca e sua moglie Rosemary furono massacrati e uccisi a coltellate – dietro ordine di Manson – nella loro abitazione californiana di Los Feliz, nell’agosto del ’69. Van Houten, Manson e altri cinque membri della “setta” fecero irruzione nell’abitazione e svegliarono l’uomo, assopito sul divano in salotto, puntandogli una pistola sul volto. Dopo aver assicurato a LaBianca che non gli avrebbero fatto alcun male, ma che il loro obiettivo era solo quello di rapinarlo, gli assassini invece gli legarono le mani, lo accoltellarono e incisero la parola “war‘ sul suo petto, lasciandogli un forchettone da cucina infilzato nella pancia e un coltello da bistecca piantato in gola.

Furono lasciati anche alcuni messaggi sulle pareti del soggiorno, utilizzando come inchiostro il sangue dell’uomo: “Death to pigs” (Morte ai porci) e “Rise” (Insorgete). Nel frattempo la banda aveva inferto altre 41 coltellate anche alla moglie rimasta in camera da letto, incappucciandola prima con una federa legata al collo col filo della lampada da comodino.

Un crimine che venne commesso esattamente il giorno dopo un altro massacro (a cui l’ergastolana non prese parte) tristemente passato alla storia per la sua atrocità ma anche per la notorietà di una delle vittime, ovvero quello in cui furono uccisi l’attrice 26enne Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski e all’ottavo mese di gravidanza, tre suoi amici e un ragazzo di 18 anni che si trovava per caso sul luogo della mattanza. Gli omicidi furono commessi da Tex Watson (23 anni), Susan Atkins (21 anni) e Patricia Krenwinkel (21 anni) che si introdussero nell’abitazione di Cielo Drive (Los Angeles) del regista armati di revolver, coltelli da cucina e una corda di nylon, guidati come sempre dal loro “guru” Manson. Il regista si salvò perché era a Londra per lavoro.

Come riporta Nbc News, l’avvocata di Van Houten, Nancy Tetreault, ha dichiarato che la donna sarà rilasciata in libertà vigilata nel giro di poche settimane: “È entusiasta e sopraffatta”, ha commentato la legale. “È grata che le persone riconoscano che non è più la stessa persona che era quando ha commesso gli omicidi”. Van Houten potrebbe lasciare il carcere nelle prossime due settimane, dopo che il comitato per la libertà vigilata avrà esaminato il suo dossier ed elaborato i documenti per il rilascio dal California Institution for Women, il carcere dove attualmente è detenuta.

Dopo essere stata rilasciata, la donna trascorrerà circa un anno in una casa di accoglienza, per imparare le abilità della vita di tutti i giorni, come andare a fare la spesa e ottenere una carta di debito, ha anticipato sempre Tetreault. “È stata in prigione per 53 anni… non sa neanche usare un bancomat, figuriamoci un telefono cellulare, figuriamoci un computer”, ha rimarcato la legale. Di tutte le persone coinvolte nei delitti della “Manson Family”, Van Houten sarà la prima a uscire dalla cella: agli altri è stata negata la libertà condizionata, mentre Manson e un altro seguace sono morti in carcere.

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