Dopo le dichiarazioni prudenti del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che su Twitter aveva sottolineato come i russi “usino da sempre” le bombe a grappolo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni tenta di chiarire la posizione dell’Italia riguardo all’invio di quelle munizioni a Kiev deciso dagli Stati Uniti. E pur senza criticare apertamente la scelta degli Usa – come hanno fatto invece Spagna, Francia e Gran Bretagna – ricorda in una nota che “l’Italia aderisce alla Convenzione internazionale che vieta la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio delle munizioni a grappolo” e aggiunge che pur “nel quadro dei valori espressi dall’Alleanza Atlantica” l’Italia “auspica l’applicazione universale dei principi della Convenzione”. Segue una nuova condanna “alla guerra d’aggressione della Russia” e il rinnovo del “supporto totale e costante alla resistenza dell’Ucraina” accanto all'”impegno con gli Alleati per costruire un nuovo e più forte modello di sicurezza per l’Europa”.
L’Italia è uno dei 111 Paesi che hanno ratificato la Convenzione di Oslo del 2008 che vieta la produzione, l’uso e la vendita di armi così letali e ad alto rischio di vittime civili. Nonostante questo, rispetto alla fornitura delle bombe all’esercito di Volodymyr Zelensky Crosetto è stato assai cauto: “Il mio pensiero?”, ha twittato. “L’Italia ha aderito alla Convenzione sulle munizioni a grappolo che ne vieta l’uso, la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio. Ero sottosegretario alla Difesa, nel 2011, quando la ratificammo. PS: i russi le usano da sempre. Anche in Ucraina. Dall’inizio”. Come dire che la decisione Usa cambierebbe poco.
Toni ben diversi da quelli usati fin dall’inizio da Madrid, con la ministra della Difesa Margarita Robles che ha criticato duramente la decisione di Washington: la Spagna è “contraria all’invio di bombe a grappolo” e quindi “non condivide” la decisione degli Stati Uniti. “Il nostro impegno al fianco dell’Ucraina è irremovibile, così come lo è la posizione secondo cui determinate armi, determinate bombe, non possono essere consegnate in nessun caso – ha aggiunto Robles – La nostra è una posizione chiara”.
Anche il primo ministro britannico, Rishi Sunak, si è detto fermamente contrario, nonostante Londra si sia dimostrata, in questo anno e mezzo, uno dei più strenui sostenitori della causa ucraina: “Il Regno Unito è firmatario di una convenzione che proibisce la produzione o l’uso di munizioni a grappolo e ne scoraggia l’utilizzo”, ha detto Sunak.