Errare è umano, perseverare diabolico. Perché la proposta di legge unitaria che martedì 4 luglio le opposizioni hanno depositato è già disponibile sul sito della Camera, e nessuno può dire di non sapere che i famosi 9 euro lordi l’ora rappresentano il trattamento economico minimo orario (TEM). Eppure, citando un focus realizzato da Adapt e firmato da Michele Tiraboschi e Francesco Lombardo che analizza 11 contratti collettivi tra i più applicati in Italia, il Sole 24 Ore sostiene ancora che i 9 euro lordi rappresentino il trattamento economico complessivo (TEC), che comprende tutte le voci della retribuzione: scatti di anzianità, mensilità aggiuntive come tredicesima e quattordicesima, indennità contrattuali fisse e continuative. Se così fosse, il trattamento economico complessivo proposto delle opposizioni sarebbe in effetti più basso di quelli già previsti dai contratti presi in considerazione dai due esperti. E a beneficiarne sarebbero quattro gatti. Convinto che sia questo il caso, il Sole scrive che “il risultato è evidente: nessuno di questi undici Ccnl maggiormente applicati prevede un trattamento economico complessivo inferiore alla tariffa dei 9 euro lordi omnicomprensivi”. In altre parole, in Italia l’incidenza della misura sarebbe nulla o quasi.
Che farsene si un salario minimo legale da 9 euro se la contrattazione già garantisce un trattamento complessivo superiore? In realtà, molto. Perché al contrario di quanto il Sole sostiene, e come ilfattoquotidiano.it aveva già riportato dopo aver letto il focus di Adapt del 3 luglio scorso (ma anche il testo depositato alla Camera), “il trattamento economico minimo orario come definito dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) non può comunque essere inferiore a 9 euro lordi”. Lo dice l’articolo 2 della proposta di legge, che precisa: “La soglia opererebbe solo sulle clausole relative ai «minimi», lasciando al contratto collettivo la regolazione delle altre voci retributive”. Il testo non lascia dubbi e chi l’ha scritto conferma. Ma soprattutto ribalta la prospettiva suggerita dal Sole. Degli 11 contratti collettivi maggiormente applicati presi in considerazione dagli esperti di Adapt, 6 hanno un TEM inferiore ai 9 euro lordi l’ora, tra i 7,68 euro di una “guardia giurata livello 4” e gli 8,86 euro dei “Riders con bici livello I”. A sentire il Sole, “gli unici due Ccnl che sono sotto, ma per pochi centesimi, sono Pulizia-multiservizi (8,59 euro) e Vigilanza privata (8,51 euro)”. Ancora una volta, prende fischi per fiaschi perché le cifre corrispondono al trattamento complessivo previsto dai due contratti.
E meno male che Confindustria si è detta non contraria all’introduzione di un salario minimo legale. “Se vogliamo parlare di salario minimo con una soglia minima di 9 euro lordi non è un problema di Confindustria, che va sopra questa soglia”, ha detto più volte il presidente Carlo Bonomi (nella foto). Al contrario, il quotidiano di casa squalifica la proposta aprendo il giornale di sabato 8 luglio col titolo “Lavoro, così i contratti battono il salario minimo a 9 euro”. In difesa di un mercato del lavoro che, si legge nell’articolo, è “incentrato, storicamente, su un sistema collaudato di relazioni industriali e contrattazione collettiva (che persino l’Europa ci invidia)”. Ce lo invidieranno pure ma sono ormai gli stessi sindacati a dire che in alcuni settori la contrattazione fatica a difendere il salario. Che anche contratti firmati dalle sigle più rappresentative rimangono, ai livelli più bassi, al di sotto della soglia di povertà, come hanno dimostrato le sentenze di tanti Tribunali che hanno definito quei minimi tabellari incompatibili con l’articolo 36 della Costituzione. Ad oggi i lavoratori italiani con un trattamento minimo orario sotto i 9 euro sono più di 3 milioni. Tra loro ci sono anche quelli della vigilanza non armata, che fanno il servizio di portierato e incontriamo in ospedali, università, musei e supermercati. Il loro contratto non è tra quelli citati dal Sole, si chiama Servizi Fiduciari e il livello più applicato è il D, che porta a casa 950 euro lordi al mese per un trattamento economico minimo orario di appena 5,49 euro lordi. Ben 3,51 euro sotto ai 9 che le opposizioni indica come soglia della dignità.
Fanno bene gli esperti citati dal Sole a ricordare che il lavoro povero in Italia non è fatto solo di minimi orari, ma anche di diffusione del lavoro irregolare, di un elevato numero di contratti c.d. pirata, di discontinuità e frammentarietà dei rapporti di lavoro, dal basso numero di ore lavorate, compreso il cosiddetto part-time involontario, e di un uso distorto di istituti giuridici, come i tirocini extracurriculari. “Tutti aspetti su cui forse vale la pena accendere un faro”, è vero. Ma di fronte a una contrattazione collettiva in affanno soprattutto nei settori cosiddetti labour intensive, dove cioè il costo del lavoro è rappresentato quasi interamente dalle buste paga, il salario minimo legale rappresenta un primo ma oggettivo miglioramento. A proposito del sistema collaudato che l’Europa ci invidia, il rinnovo del Servizi Fiduciari, che si chiamerà ora ‘Servizi di sicurezza’, è arrivato solo quest’anno, quando il contratto era ormai scaduto da otto anni perché i datori non volevano saperne nonostante il sottosalario abbia rappresentato la prima fonte degli ingenti guadagni accumulati dalle principali aziende del settore. Alla fine i datori hanno concesso un aumento e il varo del nuovo contratto è imminente. Ma ai 5,49 euro lordi del livello D aggiunge meno di 30 centesimi l’ora.