“Ho venduto le mie quote del Twiga, ho firmato dal notaio una decina di giorni fa”. Lo scorso novembre, con un annuncio al quotidiano La Stampa, Daniela Santanché allontanava le accuse di conflitto d’interesse per il suo doppio ruolo di ministra del Turismo e comproprietaria (con Flavio Briatore) del celebre lido in Versilia, uno degli stabilimenti più grandi e chic d’Italia. Ora però, grazie ai suoi guai fiscali, viene fuori che si trattava di un bluff: Santanché continua a incassare soldi dal Twiga tramite una società creata ad hoc. Lo scrive Domani citando la sua proposta all’Agenzia delle entrate per ristrutturare il debito di Visibilia, la società editoriale già amministrata dalla ministra di cui la Procura di Milano ha chiesto il fallimento, pagando in dieci anni 1,2 milioni sugli 1,9 dovuti. Nell’atto è scritto in modo chiaro che una parte della somma arriverà dagli introiti della Ldd Sas, ditta creata ad aprile 2023 e controllata al 90% da Immobiliare Dani, a sua volta al 95% di Daniela Santanché.

Di cosa si occupa Ldd Sas? Secondo l’atto costitutivo, di “consulenza di strategia gestionale, pubblicitaria e marketing”, ma anche di “attività legate all’accoglienza e all’ospitalità”, tra cui l’organizzazione di “cocktail party” e “cene di lavoro“. Ma nello specifico gestisce numerose attività del Twiga, da cui incassa ogni anno una percentuale del 3,5% sugli utili. A riverlarlo è lo stesso ricorso per la ristrutturazione del debito con il fisco, citato da Domani, in cui i legali di Santanché scrivono che “il valore di produzione della Twiga srl è stato pari a 8,4 milioni e che è preventivabile un risultato analogo per l’anno 2023″, per cui “è ragionevole ritenere che Ldd fatturerà alla Twiga Srl il 3,5 per cento di 8,4 milioni, ovverosia 295.279 euro di cui il 90% sarà di spettanza della Immobiliare Dani srl”. Soldi che nei piani degli avvocati basteranno ampiamente per pagare le rate annuali del debito col fisco: la richiesta, infatti, è di transare un debito di 792mila euro versandone 550mila e di saldare il restante debito di 1,16 milioni pagando 741mila euro in dieci anni, ossia 74mila euro all’anno, circa un quarto delle entrate garantite a Ldd dal Twiga.

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