Tutte le opposizioni, dal Pd a M5s, Avs, Azione e Più Europa, chiedono alla Rai di rivedere la decisione di affidare una striscia a Filippo Facci dopo il suo articolo sul caso del figlio di Ignazio La Russa, indagato per violenza sessuale. Il giornalista, già editorialista di Libero e atteso da settembre su Rai2 con la striscia I facci vostri, parlando dell’indagine in corso ha scritto: “Una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa“. Affermazioni denigratorie della presunta vittima che hanno provocato la reazione per primo di Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Partito democratico, del capogruppo M5S in Commissione Vigilanza Rai Dario Carotenuto, del segretario di Più Europa Riccardo Magi, di quello di Azione Carlo Calenda e del co-portavoce nazionale di Europa verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli oltre che dell’ordine dei giornalisti e della Federazione nazionale della stampa.
A viale Mazzini, stando a fonti interne, è già in corso una “riflessione” sull’opportunità di mandare in onda la nuova striscia. Anche alla luce del fatto che Facci non ha ancora firmato il contratto. Intanto Francesca Bria, consigliere di amministrazione della Rai, su Twitter ha scritto che “i contenuti espressi da Facci sono incompatibili con i valori e le policy del Servizio Pubblico, per quanto riguarda la tutela della parità di genere e un forte impegno contro ogni forma di violenza sulle donne. I vertici #RAI sospendano la striscia del giornalista”. Dopo l’esplosione della polemica che rischia di far saltare la striscia in Rai del giornalista, il diretto interessato si è limitato a dire all’Ansa che no, non riscriverebbe quella frase – che derubrica a “un passaggio stilistico” che “può non piacere” – ma solo perché “non ha portato niente di buono e ha fatto malintèndere un intero articolo. La professionalità innanzitutto, l’orgoglio personale poi”. Il giornalista parla di una polemica “costruita sul nulla” e sostiene che “chiunque abbia letto l’articolo interamente, e sottolineo chiunque, ha convenuto che il mio articolo fosse equilibrato ed equanime”.
Le proteste – Le parole di Facci sono arrivate nel bel mezzo delle polemiche per il comportamento del presidente del Senato, corso a difendere il figlio e mettere in dubbio la versione della ragazza, e nel silenzio generale della maggioranza. “Il servizio pubblico è di tutti ma non può esserlo dei sessisti, dei razzisti e del pensiero fascista”, scrive in una nota Ruotolo. Sulla stessa linea Carotenuto secondo cui “un servizio pubblico degno di tal nome non può avere nulla a che fare” con Facci, che semmai rappresenterebbe un “disservizio pubblico”. L’esponente M5s sottolinea in negativo anche la parte del pezzo in cui Facci parla di “confronto epocale tra maschio e femmina che la Costituzione mette sullo stesso piano ma la giurisprudenza ultimamente un po’ meno”. Magi chiede “all’amministratore delegato della Rai Sergio: sarà questa l’ironia ‘eretica’ che da ora in poi dobbiamo aspettarci tutte le sere in prime time?”. E Calenda parla di “troglodita che in ogni altro paese europeo dopo aver scritto questa roba qui non scriverebbe più neppure sul giornale condominiale”. Bonelli annuncia “un’interrogazione in Commissione di Vigilanza per chiedere come l’azienda Rai possa permettere che Filippo Facci possa condurre un programma sulla rete pubblica”.
Ordine dei giornalisti, Usigrai, Fnsi e l’associazione GiULiA Giornaliste definiscono “intollerabile” quella frase riservandosi una denuncia al consiglio di disciplina: “Non c’è alcun diritto di critica in un linguaggio di tale violenza, che calpesta ogni regola di umana solidarietà e di buon senso, e non è schermo il fatto che la denuncia della giovane si sia trasformata in un “caso politico”, come se questo consentisse l’oltraggio verso la querelante”. Per il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, “Il linguaggio usato da Filippo Facci è incompatibile con la Rai Servizio Pubblico”.
Ruotolo si rivolge a Viale Mazzini perché valuti la figura di Facci, alla luce delle sue dichiarazioni. “Conviene alla Rai, al servizio pubblico affidare un programma a Filippo Facci che si esprime così sul giornale?”, si legge ancora. “Può la tv pubblica essere affidata a chi fa vittimizzazione secondaria? E che dice il comitato etico della Rai? Il servizio pubblico può consentire una lettura del genere sulle donne? Pensateci bene dirigenti di viale Mazzini. Il servizio pubblico è di tutti ma non può esserlo dei sessisti, dei razzisti e del pensiero fascista”. Magi si rivolge anche alla premier Giorgia Meloni: “È questo il servizio pubblico che ha in mente? Chiedo alla vigilanza Rai: è giusto premiare con un bel programma in Rai chi bullizza in prima pagina una ragazza presunta vittima di violenze? È davvero questa la tv dei patrioti?”.
La difesa di Roccella – I dem nelle scorse ore hanno duramente contestato anche lo stesso Ignazio La Russa per le sue dichiarazioni ritenute inopportune per la seconda carica dello Stato: “Parole disgustose che minano la credibilità di tutte le donne che denunciano le violenze”, ha detto la segreteria Elly Schlein. La Russa ha parzialmente fatto un passo indietro, ma dal governo non è arrivata nessuna presa di posizione. Chi ha difeso la seconda carica dello Stato è stata la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella che, a domanda diretta durante il Festival del libro possibile, ha preso le difese del collega: “Non entro nei casi individuali e nelle reazioni di una persona che ha un rapporto affettivo”, ha detto, “è il padre dell’eventuale indagato. Posso dire che è colui che per la prima volta ha proposto una manifestazione di soli uomini contro la violenza sulle donne, mi sembra questa già una risposta”. Di fronte a quelle dichiarazioni il pubblico ha iniziato a fischiare e in tanti hanno lasciato la platea. Ha controreplicato il deputato dem Alessandro Zan: “Basta. Il presidente del Senato mina la credibilità delle donne che denunciano violenza e la ministra delle Pari Opportunità lo giustifica. Roccella dovrebbe difendere tutte le famiglie di questo Paese, non solo quelle dei colleghi di partito”, ha scritto su Twitter.