“Se verrà dimostrato quello che racconta mia figlia, e io credo a mia figlia, lei resterà segnata per tutta la vita. Spero che chi deve indagare e giudicare sappia valutare oggettivamente i fatti, indipendentemente dalla potenza politica del padre. Non ho dubbi su quello che racconta, da quella notte è devastata“. A parlare a Repubblica è il papà della 22enne che il 19 maggio scorso ha denunciato per violenza sessuale il coetaneo Leonardo Apache La Russa, terzo e ultimo figlio del presidente del Senato Ignazio, indagato dalla Procura di Milano dopo la querela presentata dall’avvocato della giovane. La presunta vittima aveva incontrato Leonardo, suo ex compagno di scuola, la notte tra il 18 e il 19 all’Apophis club, locale esclusivo in zona Duomo: in tarda mattinata si era svegliata nuda nel letto di lui, che vive insieme ai genitori, “in assoluto stato confusionale” e senza ricordarsi niente di quanto accaduto nelle ore precedenti, dopo aver bevuto un drink. “Penso ti abbia drogata“, le ha suggerito via chat l’amica con cui era andata a ballare.
Alla richiesta di spiegazioni, Leonardo le aveva detto di averla portata lì in macchina e di aver avuto con lei un rapporto sessuale a sua insaputa. Nel pomeriggio di quello stesso giorno la ragazza si era fatta visitare alla clinica Mangiagalli di Milano, dove le erano state accertate lesioni che “potrebbero essere compatibili con una violenza sessuale“, dice al Corriere della sera una fonte investigativa. Prima di uscire da casa La Russa, peraltro, ha fatto in tempo a incrociare il padre Ignazio, che si è affacciato alla camera del figlio intorno a mezzogiorno. Per questo motivo anche il presidente del Senato nelle prossime settimane sarà sentito a sommarie informazioni dai pm del gruppo fasce deboli Letizia Mannella e Rosaria Stagnaro, che lunedì 10 luglio ascolteranno la denunciante insieme al capo della Squadra mobile milanese, Marco Calì. E la difesa della presunta vittima potrebbe anche chiamarlo a testimoniare nel processo.