L’ex vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato (Fdi), attacca la giunta Sala e in particolare l’ex assessore al sociale Pierfrancesco Majorino (Pd), per la tragedia della Rsa Casa dei coniugi andata a fuoco giovedì notte, causando la morte di 6 persone e l’intossicazione di altre 81. “Come membro della Commissione d’inchiesta della Camera dei deputati per la Sicurezza e il degrado delle periferie italiane, mi è stato riferito che 5 Rsa comunali milanesi, negli anni 2015-2016 sono passate dalla gestione interna Comunale a quella esterna, composta da privati quali Ong, enti no profit, Cooperative e associazioni vicine all’area politica della sinistra – ha detto De Corato – In quegli anni a ricoprire il ruolo di Assessore alle Politiche Sociali era Pierfrancesco Majorino del Pd”.
Secondo il deputato di Fratelli d’Italia, quindi, “il sindaco Sala dovrebbe riferire a riguardo e confermare o smentire se la struttura andata a fuoco due giorni fa, venne data in gestione alla Proges di Parma, Società presieduta da Michela Bolondi, vice Presidente di Federcoop Emilia Ovest e di Legacoop Emilia Romagna. Occorre chiarire se e quali legami la Presidente ha con il Partito Democratico. Come ha affermato il sindaco Sala ieri, se qualcuno ha sbagliato deve pagare, ma deve farlo anche con le dimissioni immediate. Aspettiamo che venga fatta chiarezza su questa vicenda soprattutto dall’Assessore comunale Bertolè”.
Pronta la risposta di Majorino, attuale capogruppo Pd in Regione Lombardia, che ha definito “sconcertanti” le dichiarazioni di De Corato “che fa risalire l’esternalizzazione delle 5 Rsa comunali (tra cui quella di via dei Cinquecento) agli anni 2015 -2016. Lo sconcerto è dato dal fatto che la strada dell’esternalizzazione delle case di riposo è stata decisa dalla giunta Moratti di cui De Corato era il vicesindaco, attraverso atti facilmente verificabili”. Non solo. “Quel che è avvenuto non autorizza nessuno a balorde speculazioni in giornate dolorose. Mentre è evidente che servirebbero da parte di tutti cordoglio e ricerca assoluta delle responsabilità”.
Intanto si attendono i primi nomi iscritti nel registro degli indagati nell’inchiesta, affidata al procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, per le ipotesi di omicidio colposo, lesioni colpose e incendio colposo. Nei prossimi giorni sarà inoltre eseguita l’autopsia sui corpi di Nadia Rossi, Laura Blasek, Mikhail Duci, Anna Garzia, Loredana Labate e Paola Castoldi. E quindi prima – in modo che abbiano la possibilità di nominare periti di parte – dovrebbero arrivare le iscrizioni per personale presente quella notte, responsabili della Rsa, gestita da Proges, e della manutenzione della struttura che è appunto di proprietà del Comune.
Quello che sta emergendo con chiarezza è che il personale nella struttura, come accade nella maggior parte delle Rsa d’Italia, non fosse sufficiente, che il sistema antincendio fosse fuori uso da tempo, con l’allarme sostituito da trombette da stadio e i campanelli nelle stanze degli ospiti per chiamare assistenza che non funzionavano. Mentre in portineria si distribuivano sigarette agli ospiti.
C’è poi anche la questione dei minuti che sono stati necessari per chiamare i soccorsi. Lunghi minuti a correre per le scale e controllare. “Venite subito, c’è un fumo pazzesco”, ha detto la portinaia nella telefonata registrata al numero di emergenza spiegando che Nadia Rossi, una delle due donne nella camera 605, dove è scoppiato l’incendio, l’aveva chiamata per il fumo. “Sono andata sopra correndo per capire e ho visto al primo piano che c’era tanto fumo nella stanza. Poi – ha aggiunto – sono scesa alla reception. Ho telefonato all’infermiere che vada a vedere. E lui mi ha detto chiama subito il 115”.
La vicenda ha risvegliato anche l’attenzione del ministro della Salute. “Chiederò alle Regioni, che hanno la piena responsabilità del servizio, di verificare e aggiornare i criteri per l’autorizzazione, l’accreditamento e il controllo di queste strutture, sia pubbliche che private, perché tragedie come quella di Milano non dovranno mai più accadere – ha dichiarato Orazio Schillaci in un’intervista a Qn -. Le Rsa hanno un compito molto delicato e devono essere all’altezza. Tra l’altro ho già sollecitato le associazioni imprenditoriali del settore a impegnarsi per rinnovare i contratti di lavoro del personale”.