Una commessa da 290 milioni di euro per la costruzione del nuovo terminal del porto industriale di Cagliari. È l’ultimo appalto che si è aggiudicata l’impresa di costruzioni Pellegrini Srl controllata dall’ingegner Maurizio De Pascale. Si tratta dell’ennesimo affidamento pubblico che il contestato presidente di Confindustria Sardegna, nonché della Camera di Commercio di Cagliari e Oristano, è riuscito a portare a casa, nonostante – come raccontato dal fattoquotidiano.it – sia attualmente indagato dalla Procura di Cagliari in un’inchiesta che ipotizza a vario titolo i reati di corruzione, abuso d’ufficio, induzione indebita. Con lui, oltre ai vertici di Confindustria Sardegna, sono indagati tra gli altri anche il presidente della Regione Christian Solinas e l’assessore regionale all’Industria Anita Pili, per un giro di nomine ritenute dai pm indebite.

Quello del nuovo porto è un appalto lampo, visto che il bando preparato dall’Autorità portuale del mare di Sardegna è stato pubblicato l’8 maggio scorso ed è stato aggiudicato al raggruppamento di imprese costituito da Rcm Costruzioni Srl, Fincosit Srl, Società italiana dragaggi Spa e Impresa Pellegrini Srl lunedì 3 luglio. Raggruppamento che è stato l’unico soggetto a presentare un’offerta per la grande opera, già interamente finanziata, che, una volta ultimata, accoglierà tutto il traffico dei traghetti passeggeri e delle navi mercantili dirette a Cagliari. La stazione marittima avrà complessivamente sei maxi-ormeggi, un bacino di manovra da 11 metri di fondale, e sarà suddivisa in cinque piazzali che ospiteranno circa 2500 stalli per la sosta dei semirimorchi, compresi 52 per lo stazionamento delle merci pericolose. “In risposta al bando, l’unica offerta pervenuta alla scadenza delle ore 12 del 19 giugno è stata quella del raggruppamento di imprese citato che si è aggiudicato l’appalto con un ribasso dell’1,12% sull’importo a base di gara ed una riduzione sui tempi di esecuzione del 2,46% rispetto ai 5 anni previsti”, spiega l’autorità portuale, guidata dall’ex assessore regionale ai trasporti Massimo Deiana, in carica dal 2017.

De Pascale non è proprio uno sconosciuto negli uffici dell’Autorità. Fino al 2017, infatti, era membro del Comitato portuale (organo di gestione dell’Autorità), consesso poi abrogato per legge (“si evidenzia che la Camera di commercio era, sì, membro del Comitato portuale, ma lo stesso organo è stato abrogato dal D.lgs 169 del 4 agosto 2016”, dice l’ente al fatto.it). Inoltre, in qualità di presidente della Camera di Commercio di Cagliari, i contatti con l’autorità che gestisce il porto della città sono per forza di cose molto frequenti. Così come frequenti sono state le occasioni di confronto pubblico sul futuro portuale del capoluogo sardo che hanno visto affiancati De Pascale e Deiana.

Se per l’appalto del porto De Pascale può brindare, però, ha molto meno da celebrare per quello per la costruzione di un lotto di residenze universitarie in via Plaia, sempre a Cagliari. Dopo la pubblicazione dell’inchiesta del fatto.it sul project financing da trenta milioni presentato dalla Pellegrini all’Ente regionale per il diritto allo studio universitario di Cagliari (Ersu) – nella quale spiegavamo come lo studio legale della società di De Pascale fosse stato scelto, senza gara ,da Ersu come consulente per verificare le proposte avanzate della società di De Pascale stesso –, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio della Sardegna ha bloccato il progetto. Grazie a un documento che alcuni all’interno dell’Ersu hanno definito “spuntato fuori dal nulla, al momento giusto”, la Soprintendenza ha infatti posto il vincolo sull’abbattimento del “Nuovo silos”, giudicato “fabbricato di archeologia industriale di interesse architettonico”. Nei piani di De Pascale, l’abbattimento di quel silos e la relativa acquisizione delle volumetrie era uno dei presupposti necessari per la realizzazione del campus. Morale, il project financing sembra sfumato.

E non va benissimo nemmeno la partita della fusione degli aeroporti sardi, che De Pascale – in qualità di presidente della Camera di commercio di Cagliari, azionista dello scalo di Fertilia – sta portando avanti insieme al fondo F2I. Il 24 maggio scorso, infatti, l’Autorità nazionale anticorruzione ha bocciato la fusione tra il fondo e la società di gestione dell’aeroporto (controllata dalla Camera di commercio), affermando che: “In caso di società costituita per la gestione di un servizio pubblico deve escludersi che un privato, attraverso l’acquisto successivo di azioni, possa conseguire l’affidamento del servizio stesso, senza il previo esperimento di un confronto concorrenziale, nel rispetto dei principi del diritto comunitario”. Tradotto: la fusione non si può fare senza una gara pubblica per decidere il partner privato. Infine, l’ingegnere continua a essere oggetto di un’aspra polemica all’interno di Confindustria Sardegna, associazione che presiede dal 2019. Secondo una buona parte degli associati, infatti, non può rivestire quel ruolo perché a suo carico risulta una condanna passata in giudicato per l’omicidio colposo di un operaio di una società subappaltatrice della Pellegrini.

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