Il deputato Andrea De Bertoldi di Fratelli d’Italia è intervenuto lunedì 10 luglio durante la discussione generale sulla delega fiscale. Non solo tessendo le lodi del testo discusso in commissione, ma producendosi in un lungo esercizio oratorio: “Quale sarebbe stata la riforma fiscale dell’opposizione, della sinistra? Ci ricordiamo il governo Prodi? Quando noi commercialisti dovevamo difenderci perché i piccoli commercianti e le piccole imprese erano considerati alla stregua di criminali ed evasori che vedevano la Finanza andare a rincorrerli, a controllare che la domenica con il bar pieno non uscisse un cittadino senza lo scontrino del caffè? Se avessero fatto una riforma fiscale su quei principi oggi l’Italia sarebbe sdraiata a terra. Per fortuna sono bastati i voti degli italiani per cambiare senso e direzione politica”. E ancora: “In sostanza la sinistra voleva impoverire gli italiani e far fuggire la ricchezza da questo paese. Per fortuna la riforma fiscale dopo 50 anni la fa il centrodestra. Dobbiamo porre fine a un’epoca nella quale chi produce viene visto come un evasore, nella quale il ricco viene visto come qualcuno da colpire. La riforma fiscale deve essere una leva per far crescere questo paese. Dobbiamo in sostanza porre fine al populismo pauperista che ha dominato tanti anni in questi ultimi due decenni. Non è il caso di ricordare l’uno vale uno, dove quasi una sovietizzazione del pensiero veniva riproposta dopo 100 anni”. E poi chiude auspicando un fisco dialogante: “Questa riforma vuole creare le condizioni perché non sia la frode l’unica possibilità per sopravvivere dell’impresa”. Frase stando alla quale in questo momento non ci sarebbe altra alternativa che frodare il fisco.
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