C’era una volta il ciclo di omologazione NEDC, le cui percorrenze erano proibitive per ogni automobilista, anche per quello con una guida attenta. Con quello WLTP le cose sono cambiate e i consumi dichiarati sono più realistici, oltre che essere calcolati in maniera più restrittiva. Leggere pertanto che l’aggiornata Renault Clio – oltre 16 milioni di esemplari commercializzati finora – equipaggiata con un sistema full hybrid basato su un quattro cilindri aspirato da 1.6 litri è accreditato di un consumo nel ciclo misto di 4,2 l/100 km, suscita interesse.

Se poi, dopo 232 chilometri percorsi ad una media di quasi 50 orari lungo un tracciato veramente misto, il computer di bordo indica esattamente lo stesso valore (che è equivalente a quello della motorizzazione diesel) significa di sicuro che chi ha organizzato il test drive ha scelto bene il percorso, ma anche che il valore omologato è molto vicino a quello reale. Il costruttore parla di un’autonomia fino a 900 chilometri con un serbatoio di appena 39 litri. Che, di nuovo, il software del veicolo conferma: 800 chilometri di percorrenza stimata in partenza, ma ancora 650 all’arrivo dopo averne coperti oltre 230.

Di questi tempi, con tutto il dovuto rispetto per aspetti come il design e le dotazioni, è un dato molto rilevante, che conferma l’efficienza della tecnologia E-Tech, peraltro applicata anche alla Dacia Jogger, che dispone dello stesso sistema.

Al motore termico da 94 Cv ne sono abbinati due elettrici – uno da 49 per la spinta per un totale di 205 Nm di coppia e uno da 20 che genera l’energia per ricaricare la batteria da 1,2 kWh – e una trasmissione “multi-mode” senza frizione con innesto a denti. Si tratta di un cambio sostanzialmente a 6 rapporti – 4 per il motore termico e 2 per l’unità elettrica – che con le sue 14 combinazioni assicura un “rendimento energetico ottimizzato” che si riflette positivamente sui consumi. La percorrenza a zero emissioni in città può raggiungere anche l’80% del totale. E, infatti, quando si accelera con decisione si avverte subito l’inserimento del motore termico, al cui rumore non si è quasi più nemmeno abituati. L’avviamento è infatti sempre in modalità elettrica.

Oltre alla motorizzazione full hybrid, che costituisce il top di gamma, Renault offre anche le unità a benzina SCe 65 e TCe 90, quella a GPL TCe 100 (tutte basate sul mille a tre cilindri: le due più potenti sono turbo) e quella sovralimentata a gasolio Blue dCi 100 equipaggiate con lo Stop & Start. La velocità massima della Clio è di 180 orari (160 per la sola SCe 65) con spunti da 0 a 100 compresi fra i 17,1 e i 9,3 secondi. Le prime consegne italiane sono previste per settembre sulla base di un listino che la filiale nazionale non ha ancora ufficializzato. Il solo prezzo reso noto è quello del modello da 145 Cv in versione esprit Alpine, il top di gamma con sedili sportivi (molto) contenitivi e lo schermo centrale da 9,3” (di serie è da 7”), offerto a 26.550 euro. Nel Belpaese la Evolution sarà l’entry level, mentre la Techno, il secondo dei tre allestimenti, costituirà il cuore dell’offerta.

L’aggiornamento non ha comportato alcuna correzione alle proporzioni: 4,05 metri di lunghezza di cui 2,58 di passo e 1,44 di altezza. Esteticamente nemmeno le modifiche hanno cambiato la sostanza di un modello molto apprezzato in Italia: 1,6 milioni consegnati e per cinque volte, tra il 2014 e il 2020, l’auto straniera più venduta. Le luci diurne sono verticali e riprendono l’impostazione del nuovo logo, la griglia è a scacchi e con una finitura cromata, mentre nella parte inferiore del paraurti è stata inserita una “lama aerodinamica” di ispirazione sportiva.

Sviluppata come auto unica di famiglia e destinata a restare il più accessibile possibile, la Renault Clio ha un bagagliaio la cui capienza è compresa fra i 366 litri della variante a gasolio (da 391 per i benzina) e i 1.069 con i sedili posteriori ripiegati.

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